Nutri-Score: è guerra all’etichetta alimentare francese

Nutri-score: è guerra all'etichetta alimentare francese

Bollino arancione per Parmigiano Reggiano e verde per la Coca Zero con il Nutri-Score. Dall’Italia la controproposta, il Nutrimeter, per la tutela dei prodotti Made in Italy

Bollino rosso per il prosciutto crudo, arancione per il Parmigiano Reggiano e l’olio extra vergine di oliva: è il “voto” dato dal sistema di etichettatura dei prodotti alimentari Nutri-Score. Ideato in Francia per semplificare l’identificazione dei valori nutrizionali, in Italia si scontra con chi lo accusa di dare informazioni non corrette ai consumatori e penalizzare i prodotti Made in Italy.

Da Roma è, infatti, partito per Bruxelles un decreto contenente una controproposta. Il Governo, in particolare il Ministero delle Politiche Agricole di Teresa Bellanova, ha ideato il “Nutrimeter” o etichetta a batteria. L’obiettivo è di farla adottare in tutta Europa al posto del Nutri-score, che oggi è in uso su base volontaria in Francia, Belgio, Spagna, Olanda ed altri.

“L’etichetta a semaforo, applicata sui prodotti in alcuni Paesi europei, non fornisce un’informazione compiuta al consumatore, che invece va messo nella condizione di sapere esattamente che cosa ogni alimento contiene – ha affermato la Ministra Bellanova. – Se la adottassimo, rischieremmo di avere l’olio d’oliva, il Parmigiano Reggiano e altri prodotti tipici della dieta mediterranea con semaforo arancione o rosso, indicazione fuorviante per chi acquista”.

Nutri-Score e Nutrimeter a confronto

Il Nutri-Score è stato ideato da un gruppo di studiosi francesi dell’istituto pubblico Eren (Équipe di ricerca in epidemiologia nutrizionale) nel 2013. Il sistema si basa sull’utilizzo di lettere, dalla A alla E, e colori, dal verde al rosso. La valutazione è fatta su 100 grammi di prodotto e classifica il contenuto degli ingredienti considerati “cattivi” (calorie, grassi, zucchero, sale) e “buoni” (fibre, proteine, frutta, verdura). In sostanza il rosso e l’arancione indicano alimenti da assumere con moderazione, il verde scuro e chiaro sono riservasti a cibi sani, mentre il giallo invita a consumare il prodotto senza esagerare, per mantenere una dieta equilibrata.

Il Nutrimeter, l’etichetta a batteria, fornisce, invece, tutti i dati nutrizionali, indicando al consumatore gli effetti che ogni singola porzione ha sulla dieta quotidiana, indicati anche graficamente dalla “carica” della batteria. Tutto ruota intorno alle cosiddette “assunzioni di riferimento”, cioè le quantità giornaliere medie raccomandate di energia e nutrienti con il valore percentuale riportato sull’icona della batteria. Valori che consentono di capire quanto i nutrienti contenuti in un dato alimento (energia, zuccheri, grassi, grassi saturi e sale) contribuiscono in percentuale alle esigenze quotidiane di un adulto. Per una dieta sana, la somma di ciò che si mangia durante il giorno non deve superare il 100% delle quantità di assunzione raccomandate.

Il Parmigiano Reggiano, secondo il Nutri-score ha il bollino arancione (lettera D), per via del contenuto di grassi presenti nell’alimento, il prosciutto crudo ha bollino rosso (lettera E) per la quantità di sale e l’olio extra vergine di oliva bollino arancione. Anche il cioccolato fondente è stato bocciato con una spietata E, mentre la Coca Zero è stata promossa con una B!

L’etichetta italiana a batteria spiega, invece, nel caso del prosciutto che una porzione da 100 grammi fornisce il 20% del fabbisogno giornaliero di sale, dando al consumatore l’informazione necessaria per dosare correttamente l’alimento nella propria dieta. Probabilmente è meno immediata, ma sicuramente più completa perché contiene l’indicazione quantitativa su energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale di una porzione di 100 grammi.

Il parere della comunità scientifica sul Nutri-score

Secondo gli esperti il Nutri-Score è il miglior sistema per confrontare i prodotti simili sugli scaffali. In realtà, l’adozione di un sistema di informazione nutrizionale basato sulle etichette dei cibi è raccomandata da tutti i comitati di esperti nazionali e internazionali, in particolare dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Ritengono, dunque, che possa aiutare i consumatori ad adottare comportamenti alimentari più sani.

Il Nutri-Score ha, infatti, lo scopo di aiutare i consumatori a giudicare le caratteristiche nutrizionali complessive del cibo, aiutandoli a orientare le loro scelte e incoraggiare i produttori a riformulare la composizione nutrizionale degli alimenti che producono, riducendo gli ingredienti “cattivi”. Purtroppo, però, resta il fatto che i consumatori percepiscono il colore rosso o arancio come un parere negativo e, quindi, come un invito a non mangiare un determinato prodotto.

L’allarme delle associazioni di categoria

Ivano Vacondio, Presidente di Federalimentare, considera l’etichetta francese peggiore dei dazi di Trump”, una minaccia grandissima per i nostri migliori prodotti, in particolare le DOP. Negli ultimi 10 anni l’export italiano agroalimentare è cresciuto dell’83%, è la nostra più grande risorsa e c’è chi non gradisce. La posizione francese e le regole che vuole imporre nascerebbero da una lotta di marketing.

Emilio Viafora, Presidente di Federconsumatori, sostiene invece che il Nutri-score sia un passo indietro rispetto all’etichetta già presente sui nostri prodotti in cui sono indicate le calorie rispetto alla quantità. Non si possono, inoltre, paragonare 100 grammi di olio, che si consumano in una settimana, alla stessa quantità di Coca Cola che si beve in 10 minuti. Per di più è un sistema in contrasto con la normativa italiana sulla tracciabili.

Gli effetti del Nutri-Score

Se la legge fosse varata a livello europeo con parametri diversi in ogni paese, ogni governo sarebbe portato a mettere in risalto i propri prodotti. Il rischio è una concorrenza sleale e, magari, un formaggio considerato salutare in Francia potrebbe non esserlo in Germania. Si favorirebbe, inoltre, l’incremento delle imitazioni, l’Italian Sounding, e si danneggerebbe l’export. Per le aziende italiane sarebbe un duro colpo, soprattutto per quelle che producono eccellenze e prodotti DOP che, non solo accrescono la ricchezza nazionale, ma fanno anche bene alla salute.


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È necessario, dunque, tutelare la trasparenza e dare al consumatore una serie di indicazioni corrette e complete. Informare sulla qualità nutrizionale di alimenti tradizionali come formaggi e salumi non ne esclude il consumo, ovviamente in quantità e frequenze limitate, in accordo con i principi del modello di dieta mediterranea.

La decisione finale, però, spetta alla Commissione europea, che dovrà presto esprimersi su Nutri-Score e Nutrimeter.