Italian Sounding: 100 miliardi il valore del falso Made in Italy agroalimentare

Italian Sounding: 100 miliardi il valore del falso Made in Italy agroalimentare

Il fenomeno dell’Italian Sounding continua a crescere nonostante il record delle esportazioni agroalimentari Made in Italy. Ultimo caso un sugo fatto con “parmesan” prodotto nelle Filippine

Sale ad oltre 100 miliardi il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo, con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti che a Tuttofood ha esposto molti esempi di prodotti Italian Sounding. La fiera internazionale dedicata al Food and Beverage si è tenuta nei giorni scorsi a Milano ed ha radunato le aziende del settore agroalimentare di 32 paesi.

Nonostante l’aumento delle esportazioni agroalimentari Made in Italy, che nel 2018 hanno raggiunto il valore di 41,8 miliardi, oggi ancora più di due prodotti italiani su tre venduti nel mondo sono Italian Sounding. Molti produttori stranieri, infatti, si servono di nomi, denominazioni geografiche, immagini, colori e marchi che evocano l’Italia, inducendo il consumatore ad associare erroneamente l’imitazione ad un prodotto autentico.

All’estero la domanda di prodotti italiani è enorme e in costante crescita, ma gli stranieri non li conoscono bene e, quindi, non sempre riescono a distinguere un vero prodotto italiano da uno Italian Sounding. I prodotti più imitati all’estero sono i formaggi e i salumi, ma il problema riguarda anche olio, pomodori, vino e piatti già pronti. A subire maggiormente il fenomeno dell’imitazione sono soprattutto DOP e IGP, le eccellenze italiane più richieste dai consumatori stranieri.


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Siamo di fronte ad un fenomeno che non solo truffa gli Italian food lovers, ma che fa concorrenza sleale alle aziende che producono ed esportano prodotti italiani autentici e di qualità. Ultimo di una lunga fine di esempi, è un caso di Italian Sounding riguardante il Parmigiano Reggiano. L’Autorità doganale di Genova ha, infatti, intercettato migliaia di confezioni di sugo contenenti “parmesan”, per sospetta violazione della Dop e dei segni distintivi del Consorzio.

Il Consorzio ha accertato che il prodotto, 7.560 confezioni di sugo proveniente dalle Filippine e recante in etichetta la scritta “Spaghetti sauce plus Parmesan Cheese”, ovviamente non conteneva affatto Parmigiano Reggiano Dop. Non è il primo caso per questo prodotto che ha depositato un ricorso cautelare al fine di ottenere un provvedimento per inibire alla controparte ogni produzione, promozione, vendita, importazione, esportazione, incluso online e sui social media, del falso formaggio che non ha nulla a che vedere con quello originale Parmigiano.

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