Produzioni tradizionali, i presidi Slow Food in Campania

Produzioni tradizionali, i presidi Slow Food in Campania

Slow Food oltre a proteggere le produzioni tradizionali a rischio di estinzione, in particolare razze autoctone e varietà di ortaggi e frutta, valorizza i territori, recupera antichi mestieri e tecniche di lavorazione

I Presìdi Slow Food sostengono le piccole produzioni tradizionali che rischiano di scomparire. Oggi in Italia ci sono 323 Presìdi, il risultato di un lavoro di oltre dieci anni che ha affermato con forza valori fondamentali: la tutela della biodiversità, dei saperi produttivi tradizionali e dei territori. In Campania ce ne sono 39.

In Italia soprattutto c’è uno straordinario patrimonio enogastronomico, e non solo. Le produzioni tradizionali sono, però, in pericolo, a causa dell’industrializzazione dell’agricoltura, della trasformazione degli stili alimentari, dei cambiamenti climatici e dell’abbandono delle aree rurali.

In concreto i Presìdi Slow Food hanno contribuito a salvare numerose razze animali, specie vegetali, formaggi, pani e salumi, che rischiavano l’estinzione, ed hanno aiutato centinaia di produttori affinché potessero proseguire la propria attività, favorendo il contatto tra consumatori interessati alla qualità e disponibili a pagare un prezzo equo. Negli ultimi anni c’è fortunatamente una nuova consapevolezza da parte dei consumatori, unita ad un rinnovato interesse per le produzioni tradizionali della propria terra. 

Molta importanza è data, poi, alla sostenibilità ambientale intesa come rispetto della terra e degli ecosistemi, sull’esclusione delle sostanze chimiche e sul mantenimento delle pratiche tradizionali di coltivazione e gestione del territorio: i produttori in questo hanno, quindi, un ruolo fondamentale e attivo.

Le produzioni tradizionali in Campania

Quello della Campania è senza dubbio un patrimonio unico e autentico per varietà, pregio e particolarità. Ciò che caratterizza la regione è la presenza di territori agricoli, dove ancora esistono usanze e tradizioni legate al passato ed al territorio.

Carmasciano, per esempio, è una piccola area di pascolo che si estende nel cuore dell’alta Irpinia. Qui si produce un formaggio di antica produzione, il Pecorino di Carmasciano, caratterizzato da un’accurata preparazione artigianale. L’unicità è data dal luogo in cui è prodotto, dove sono presenti le esalazioni di zolfo. Le caratteristiche del formaggio sono condizionate dalle qualità di erbe consumate dalle pecore nell’area di Carmasciano.

Il Pisello Centogiorni, invece, è una varietà peculiare coltivata nell’area del Vesuvio. Il nome è legato alla durata media del ciclo produttivo, dalla semina alla raccolta. La coltivazione del pisello è antichissima e risale a molte migliaia di anni prima di Cristo. Quello Centogiorni è diffuso da almeno un secolo. Il prodotto era a rischio estinzione, poi il seme è stato recuperato e ora fa anche parte dei PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali).

E ancora la Colatura di Alici di Cetara, una salsa unica dal sapore intenso, che presto sarà una DOP: intere generazioni si tramandano, di padre in figlio, l’arte di salare e di filtrare il liquido di colore ambrato, seguendo l’antica tradizione.

Tantissimi anche i legumi tutelati, come il Cece di Cicerale, i Fagioli di Casalbuono, il Fagiolo di Controne. Insomma tantissime produzioni tradizionali che meritano non solo di essere tutelate, ma anche di farle conoscere.

Authentico in collaborazione con l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania sta realizzando il progetto Authentico Made in Campania che accompagnerà i consumatori in un viaggio alla scoperta del patrimonio enogastronomico campano.