Partono i festeggiamenti per la pizza napoletana, uno dei piatti italiani più conosciuti e amati nel mondo. Ad un anno dal riconoscimento come patrimonio Unesco un programma ricco di eventi
Si parla di nuovo della pizza napoletana, con dibattiti e convegni per festeggiare il primo anniversario del riconoscimento de “L’ Arte dei Pizzaiuoli napoletani” come patrimonio culturale dell’umanità. Il primo incontro “L’unione fa la pizza a regola d’arte” si è tenuto al Museo Madre il 5 dicembre, mentre il 6 e il 7 alla Reggia di Portici il focus è sulla straordinaria vittoria di una delle più alte espressioni identitarie della cultura partenopea.
“Il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale”.
Sono queste le motivazioni che hanno portato il Comitato di governo dell’Unesco, riunito a Jeju, nella Corea del Sud, a votare un anno fa unanimemente, portando la pizza napoletana nell’Olimpo della cucina nazionale italiana ed internazionale.
Il processo di riconoscimento come patrimonio Unesco era iniziato nel 2010, arrivando nel 2015 alla presentazione della candidatura ufficiale, fino alla proclamazione del 7 dicembre 2017. “L’Arte del Pizzaiuoli napoletani” rappresenta l’ottavo riconoscimento italiano nella lista del Patrimonio Immateriale dell’Unesco ed è la terza iscrizione nazionale dell’ambito della tradizione enogastronomica, dopo la “Dieta Mediterranea” nel 2013 e “La vite ad Alberobello di Pantelleria” nel 2014.
I numeri sulla pizza in Italia
Non conosce crisi: la pizza, infatti, vale 30 miliardi l’anno e la crescita è costante. Sono 100mila gli addetti a tempo pieno, 200mila nel fine settimana, che sfornano circa 8 milioni di pizze al giorno. Le aziende coinvolte nel 2018 sono, invece, 127.000. Il business della pizza in Italia è, dunque, uno dei più attivi fattori di sviluppo economico. La regione più vivace è ovviamente la Campania, culla naturale della vera pizza napoletana.
Pizza napoletana: la storia di un secolo
L’arte dei pizzaioli napoletani era già nella storia da oltre un secolo. Al Casamento Torre nel Real Bosco di Capodimonte è ancora attivo il forno di campagna dove fu cotta, nell’estate del 1889, la prima pizza napoletana. Il pizzaiolo Raffaele Esposito preparò alla Regina Margherita di Savoia diverse pizze ma lei preferì quella con mozzarella e pomodoro, che fu chiamata appunto margherita.
Una passione mondiale, vittima dell’ Italian Sounding
La pizza è senza dubbio il cibo italiano più conosciuto e consumato al mondo, simbolo dell’Italia. Gli americani sono i maggiori consumatori, con 13 chili a testa, mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 chili all’anno. Il riconoscimento Unesco ha senza dubbio aumentato l’appeal di questa nostra eccellenza, incrementando di fatto il fenomeno Italian Sounding nel mondo. In molti pensano di mangiare le vera pizza napoletana, ma in realtà solo il 5% dei tranci lo è. La maggior parte, invece, è una pizza fake, spesso preparata con ingredienti non autentici.
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AVPN e Authentico insieme per tutelare la vera pizza napoletana
Ottenere questo importante riconoscimento rafforza la grande campagna per la tutela della pizza, il Made in Italy più falsificato al mondo. L’Associazione Verace Pizza Napoletana (AVPN), tra i promotori di questa iniziativa, ha come incarico proprio la promozione e la tutela della vera pizza napoletana, in Italia e nel mondo, vale a dire il prodotto tipico realizzato secondo le caratteristiche descritte nel Disciplinare internazionale per l’ottenimento del marchio collettivo “Vera Pizza Napoletana”. Authentico aiuta i consumatori di tutto il mondo, amanti del cibo italiano, a mangiare una vera pizza napoletana all’estero. Scaricando gratuitamente l’app è possibile trovare le pizzerie che sono affiliate AVPN e che utilizzano solo prodotti Made in Italy.
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