Cucina campana, la storia di un patrimonio culinario di pregio e qualità

Cucina Campana, la storia di un patrimonio culinario di pregio e qualità

Con i suoi piatti tipici, la cucina campana è famosa in tutto il mondo. Un patrimonio culinario unico e antico, frutto di una passione innata che si tramanda da secoli

Con un patrimonio enogastronomico unico e autentico per varietà, pregio e particolarità, anche la cucina campana non poteva essere meno ricca e famosa nel mondo. Una terra dove cultura e tradizioni, favoriti da un clima mite e un terreno fertile, si è distinta fin dall’antichità per il suo patrimonio culinario.

Già i Greci e i Romani per la preparazione dei piatti utilizzavano, per esempio, l’olio pregiato proveniente dalla  Campania Felix, che comprendeva Capua, Cuma, Pompei, Sorrento, Stabia, Nocera e Salerno. Addirittura l’origine della Colatura di Alici di Cetara, il pregiato condimento a base di pesce, discende all’antico Garon, prodotto proprio dai Greci.

A questo periodo risale anche la tradizione enologica. Nel periodo dell’impero romano la produzione ebbe uno sviluppo così fiorente da fare giungere i suoi vini anche al di fuori dei confini del nostro paese. La mozzarella, invece, risalirebbe al 1100-1200. È da questi prodotti, vere e proprie eccellenze della Campania, che nascono le ricette tipiche.


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Dai tempi dei greci e romani, poi, la cucina campana ha iniziato ad arricchirsi, anche con l’influenza delle tradizioni spagnole e francesi che si sono susseguite nelle dominazioni. Un esempio è il famoso Gateau di patate, uno dei più amati della cucina napoletana. La ricetta risale alla fine del ‘700, quando la dinastia dei Borbone si unì a quella degli Asburgo con il matrimonio tra Ferdinando I e Maria Carolina.

Già nel Rinascimento i libri di cucina parlavano della cucina povera di Napoli e della regione, descrivendo ricette come maccheroni e timballi di pasta, ancora oggi tra i piatti più tipici della cucina tradizionale campana.

Il piatto napoletano per antonomasia, è la pizza. Alla fine dell’800 il pizzaiolo Raffaele Esposito preparò alla Regina Margherita di Savoia diverse pizze, ma lei preferì quella con mozzarella e pomodoro, che fu chiamata appunto margherita. Una storia di oltre un secolo di cui resta una testimonianza al Casamento Torre nel Real Bosco di Capodimonte, dove è ancora attivo il forno di campagna dove fu cotta, nell’estate del 1889, la prima pizza napoletana.

E rimanendo in tema di pizze la cucina campana offre una quantità di varietà di pizze rustiche, pizzette fritte e calzoni, che arricchiscono il panorama dello street food. E poi c’è il piatto tipico pasquale, il casatiello.

In Campania non mancano specialità di pesce, soprattutto nella zona costiera, che diventa ingrediente principale di piatti di pasta e non solo. Dal “cuoppo” di mare, specialità con calamari e gamberetti, all’impepata di cozze, una zuppa di cozze condita con molto pepe e limone, al buonissimo polpo alla Luciana.

Senza dimenticare che Gragnano vanta un’antica tradizione pastaia, addirittura di origine romana. La pasta è una delle specialità italiane più conosciute ed esportate al mondo. La Pasta di Gragnano affonda le radici nella Valle dei Mulini, dove a partire dal XVI secolo i mugnai del posto trasformavano il grano locale in farina. Nel 1845 Ferdinando II di Borbone, durante un pranzo, concesse ai pastai gragnanesi l’alto privilegio di fornire la corte di tutte le paste lunghe. Da allora Gragnano diventò la Città dei Maccheroni.


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Per quanto riguarda l‘arte dolciaria la lista è lunghissima. Nella top ten si annoverano: la pastiera, le sfogliatelle, la torta caprese, le zeppole, i roccocò, il migliaccio, i mostacciuoli, il casatiello dolce, il babà, i famosi struffoli che si preparano nel periodo natalizio.

L’amore per il cibo in Campania è un valore aggiunto. Non si tratta di semplici piatti, ma di una passione innata che si tramanda da secoli.