Vini campani: un viaggio nella tradizione enologica della regione

Vini campani: un viaggio nella tradizione enologica della regione

Una tradizione enologica antica, che risale ai greci: i vini campani sono prodotti in tutta la regione con uve autoctone. Scopri tutte le DOC, le DOCG e le IGT

Tra le tante ricchezze della regione non si può non considerare i vini campani, prodotti e apprezzati fin dall’antichità. La Campania ha una grande varietà di uve autoctone che poche regioni possono vantare e che ha dato vita ad una vasta selezione di bianchi e rossi.

Nella cultura regionale il vino e il cibo hanno sempre avuto un ruolo fondamentale: un insieme di piccole e grandi realtà locali, ognuna di queste espressione di un mondo e di una tradizione assolutamente unica.

La Campania è un territorio molto esteso e notoriamente fertile, grazie alla presenza di fonti d’acqua e terreni vulcanici. Il clima mite, poi, ha da sempre contribuito allo sviluppo dei vitigni. È stata, infatti, uno dei primi centri di coltivazione e diffusione della vite e del vino.

La tradizione enologica ha origini molto antiche, che risalgono ai tempi precedenti agli antichi romani. Inizia, infatti, con l’arrivo degli antichi greci nelle terre che più tardi prenderanno il nome di Magna Grecia. Con molta probabilità furono proprio loro a introdurre i semi della vitis vinifera in Campania, tanto che la maggioranza delle uve oggi considerate autoctone (Aglianico, Greco Bianco, Fiano, Falanghina) sono di origine greca.


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Nel periodo dell’impero romano la produzione ha, poi, avuto un fiorente sviluppo, tanto da fare giungere i suoi vini anche al di fuori dei confini del nostro paese. Il prestigio del Falerno era tale che un’anfora poteva addirittura valere il prezzo di uno schiavo!

Le tecniche di coltivazione e di vinificazione divennero assai raffinate, così come quelle del consumo, che assunse col tempo la dimensione di un vero e proprio culto. Dagli antichi vitigni, descritti ed elogiati da scrittori come Plinio in Vecchio, discendono l’Aglianico, il Greco, il Fiano, il Coda Di Volpe e tutti gli altri vitigni autoctoni coltivati nella regione.

Le aree di produzione

La produzione vinicola riguarda l’intera regione. Tuttavia una maggiore concentrazione si registra nella provincia di Avellino e di Benevento. Sul territorio si contano più di 40.000 ettari di vigneti.

Il patrimonio ampelografico della Campania è estremamente ricco, in particolare di uve autoctone, che dopo essere state ignorate per anni in favore delle varietà “internazionali”, negli anni ‘90 sono state riscoperte e valorizzate. Nei vini campani, infatti, è piuttosto insolito trovare nelle composizioni la presenza di uve internazionali. Protagoniste sono, dunque, le uve autoctone: è questa la base del loro successo.

Oltre all’Irpinia e al beneventano, le altre aree di produzione dei vini campani sono: provincia di Caserta, area vesuviana e napoletana (comprese Ischia e Capri), la Penisola Sorrentina, la Costa d’Amalfi e, più al sud, il Cilento.

I vini campani DOC, DOCG e IGT

La regione vanta nel complesso: 4 DOCG, 15 DOC e 10 IGT.

Le DOP/DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) campane sono: Taurasi (Avellino), Greco di Tufo (Avellino), Fiano di Avellino e Aglianico del Taburno (Benevento).

Le DOP/DOC (Denominazione di Origine Controllata) campane sono: Ischia, Capri, Vesuvio, Cilento, Falerno del Massico (Caserta), Castel San Lorenzo (Salerno), Aversa, Penisola Sorrentina, Campi Flegrei, Costa d’Amalfi, Galluccio (Caserta), Sannio, Irpinia, Casavecchia di Pontelatone (Caserta), Falanghina del Sannio.

I vini IGP/IGT (Indicazione Geografica Tipica) campani sono: Colli di Salerno, Dugenta (Benevento), Epomeo (Ischia), Paestum, Pompeiano, Roccamonfina, Beneventano, Terre del Volturno (Caserta), Campania, Catalanesca del Monte Somma (Napoli).

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Authentico in collaborazione con la Regione Campania sta realizzando il progetto Authentico Made in Campania che accompagnerà i consumatori in un viaggio alla scoperta del patrimonio enogastronomico campano.