5 incredibili cose che non sapevi sul Fico Bianco del Cilento

5 incredibili cose che non sapevi sul Fico Bianco del Cilento

Da cibo dei poveri ad alimento pregiato, il Fico Bianco del Cilento ha una storia antica. Ma sei davvero sicuro di sapere tutto? Ti sveliamo 5 curiosità per conoscerlo meglio

Simbolo della tradizione agroalimentare cilentana, in Campania, è un vero e proprio prodotto di eccellenza e di assoluto pregio. La Denominazione di Origine Protetta Fico Bianco del Cilento è riferita però al frutto allo stato secco ottenuto dalla cultivar Dottato, conosciuto come “Bianco del Cilento”.

Apprezzato anche all’estero, deve la sua denominazione al colore giallo chiaro uniforme della buccia dei frutti essiccati, che diventa marroncino per i frutti che hanno subito un processo di cottura in forno.

I fichi sono stati da sempre una notevole fonte di reddito, ma anche alimento di base per le popolazioni del Cilento in difficili periodi storici, grazie all’abbondanza degli stessi ed alla possibilità di conservarli per l’intero periodo dell’anno con l’essiccazione.

È grazie alla tenacia e alla capacità dei produttori cilentani se oggi abbiamo un prodotto di assoluta qualità. Le piante di fico da millenni hanno così contribuito a caratterizzare il paesaggio rurale della zona, insieme all’olivo.

Il Fico Bianco del Cilento ha ottenuto il riconoscimento DOP (Denominazione di Origine Protetta) nel 2006. Esiste, inoltre, un organismo dei produttori, Consorzio Tutela del Fico Bianco del Cilento e un organismo di controllo, Agroqualità.

Ecco le 5 curiosità sul Fico Bianco del Cilento che forse sapevi o forse no

Qual è l’origine?

Il fico è arrivato nel Cilento grazie ai greci nel VI secolo a. C. In epoche successive, in molti documenti si parla dei fichi essiccati e Catone, poi Varriale, raccontano che i contadini li consumavano quando lavoravano nei campi. Nel “Quaterno doganale delle marine del Cilento”, del 1486, è documentata, invece, l’esistenza di una fiorente attività di produzione e commercializzazione di fichi secchi come alimento di pregio. Il Fico Bianco del Cilento da cibo dei poveri si è, così, trasformato in alimento pregiato, da consumare soprattutto nel periodo natalizio.

Come si coltiva il Fico Bianco del Cilento?

L’area di produzione del “Fico Bianco del Cilento” DOP comprende ben 68 comuni, nella zona meridionale della provincia di Salerno e compresi tra le colline litoranee di Agropoli ed il Bussento, nella maggior parte dei casi inclusi nell’area del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. Qui l’azione mitigatrice del mare e la barriera posta dalla catena degli Appennini alle fredde correnti invernali provenienti da nord-est, insieme alla buona fertilità del suolo, rappresentano le ideali condizioni pedo-climatiche per la produzione dei fichi del Cilento. Le forme di coltivazione utilizzate sono quelle “a vaso libero”, in uso tradizionale nella zona, e quelle di più recente introduzione che richiamano il “vaso cespugliato” e “la siepe”.

Come si produce?

Tutte le fasi di essiccazione e lavorazione del prodotto si svolgono per intero nell’area geografica di produzione, presso strutture agricole ed edifici rurali, in un armonico processo di interazione tra prodotto, uomo ed ambiente. I fichi destinati all’essiccazione con buccia devono essere raccolti quando sono ben maturi, mentre i fichi che saranno essiccati senza buccia possono essere raccolti a non completa maturazione. La raccolta inizia in genere nel mese di agosto e può protrarsi fino ad ottobre. Il processo di essiccazione deve avvenire con esposizione diretta al sole e/o con l’applicazione di tecniche coadiuvanti, come la protezione dei frutti esposti al sole con tunnel in plastica e/o la bagnatura dei frutti in soluzione di acqua calda e sale al 2%. Il prodotto può essere posto in vendita anche dopo aver subito trattamenti di cottura, in forni ad aria calda, che ne imbruniscono la buccia. Una volta essiccato il prodotto è pronto ad essere immesso sul mercato. Come per il maiale, del Fico Bianco del Cilento non si butta via niente. Infatti, c’è chi dal liquido linfatico contenuto nelle foglie ricava un caglio vegetale per la preparazione dei  formaggi; ma lo stesso liquido veniva usato anticamente dai cilentani anche per lenire alcuni problemi alla pelle, come le verruche o le dermatiti. Le stesse foglie possono essere utilizzate in infusione per ottenere una tisana efficace per regolare i trigliceridi, abbassare il colesterolo e regolare la pressione sanguigna. Sarà forse questo il segreto della longevità nel Cilento?

Come si riconosce il Fico Bianco del Cilento?

Il Fico Bianco del Cilento ha una forma allungata, colore chiaro tendente al bianco, se mondo (senza buccia), uniforme da giallo chiaro a giallo se con buccia e da giallo ambrato a marrone se cotto. La polpa è di consistenza tipicamente pastosa, colore giallo ambrato, gusto molto dolce. Queste caratteristiche, considerate di eccellenza per la categoria commerciale dei fichi essiccati, sono appunto i tratti distintivi che qualificano il “Bianco del Cilento DOP sui mercati. È possibile trovarli sfusi riposti in ceste, oppure ‘steccati’, cioè infilzati in due stecche di legno parallele. Esistono anche versioni più ricche: una volta essiccato il fico viene “impaccato”, ossia spaccato e farcito con mandorle, noci, nocciole, semi di finocchietto, bucce di agrumiricoperto di cioccolato o immerso nel rum. Molto ricercati anche i fichi “mondi”, ossia privati della buccia. 


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Quali sono le caratteristiche del Fico Bianco del Cilento DOP?

Il Fico Bianco del Cilento DOP, in quanto essiccato, mantiene le sue caratteristiche organolettiche inalterate per periodi anche lunghi, anche se è comunque consigliato conservarli in luogo fresco e asciutto. Le pregevoli peculiarità sono dovute, oltre che alle qualità intrinseche della varietà Dottato, anche all’ambiente di coltivazione e di lavorazione dei frutti. Il fico ha anche buone proprietà salutari: nel frutto fresco sono contenuti enzimi digestivi che facilitano l’assimilazione dei cibi, manganese, calcio, bromo e vitamine. Inoltre, è ricco  di potassio, ferro e calcio, rivelandosi, così, prezioso per mantenere efficiente la vista e proteggere la pelle.