Russia 2018: il vino italiano gioca il suo mondiale e lo vince

Russia 2018: il vino italiano gioca il suo mondiale e lo vince

Una bottiglia di vino stappata su tre è tricolore. La voglia di food & wine Made in Italy in Russia supera anche la questione embargo e la crisi economica. Niente mondiali di calcio, ma il vino italiano è il campione. Non ci resta che tifare per le nostre cantine

Niente mondiali di calcio per la nostra nazionale, eliminata dalla Svezia negli spareggi, ma a primeggiare sotto il Cremlino un tricolore si vedrà. Nei ristoranti e nelle case russe il protagonista assoluto sarà il vino italiano. La partita questa volta ce la giochiamo a tavola: durante i mondiali, migliaia di tifosi, mangeranno caviale accompagnato da una buona bottiglia del nostro miglior vino, rinunciando volentieri alla vodka.

La voglia di food & wine Made in Italy in Russia supera, infatti, la questione embargo (che per fortuna non si applica al vino). Le esportazioni di prodotti italiani in Russia hanno fatto segnare un balzo del 22%, per un importo stimato di poco inferiore ai 7 miliardi nel 2017, e il vino italiano rappresenta il 28% dell’import russo del settore, con una crescita del 47% nello stesso anno, per un giro di affari pari a 255 milioni di euro (dati Wine Monitor Nomisma).

Sebbene il 2017 sia stato un anno positivo per l’export italiano in Russia, la situazione rimane comunque critica perché siamo indietro di ben 4 miliardi rispetto al 2013, l’anno precedente all’introduzione delle sanzioni. Una grossa perdita, dunque, per l’intero settore agroalimentare. L’embargo riguarda una serie di prodotti provenienti non solo dall’Europa, ma anche dagli USA, Canada, Norvegia e Australia. Non possono essere importati: carni e derivati, latte e derivati, pesci, crostacei, frutta e altri prodotti, mentre sono esclusi alcolici, bevande, pasta, prodotti da forno.

Il mercato russo sta reagendo, comunque, molto positivamente alla crisi economica che ha coinvolto il paese negli ultimi anni. Il settore vitivinicolo, dopo un arresto negli anni 2015-2016, è ripartito registrando una crescita delle importazioni di vino, in particolare dall’Italia. Il nostro paese è il sesto partner commerciale delle Russia sia per l’import che per l’export, mentre in Europa siamo secondi dopo la Germania.

Quello che preoccupa è che le mancate importazioni italiane in Russia hanno comportato un vero e proprio boom della produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, Italian Sounding. Il rischio riguarda anche la ristorazione italiana che potrebbe non avere più a disposizione gli ingredienti principali. In alcuni casi, infatti, molti piatti sono spariti dai menù, mentre in altri sono stati sostituiti proprio da tarocchi locali o esteri.

Secondo Nomisma Wine Monitor l’export di vino italiano nel mondo segna un più 69% a valore rispetto a dieci anni fa, con circa 459 milioni di bottiglie in più asportate, una performance di tutto rispetto. All’estero continua a crescere soprattutto il consumo di spumanti, in particolare la nostra “punta di diamante”, il Prosecco, ma vanno bene anche i vini rossi fermi, con i DOP della Toscana, che si dimostrano ottimi “portatori di palla”. In Russia, possiamo ben dire, la finale ce la siamo giocati con la Francia e questa partita l’abbiamo vinta, senza bisogno di giocare supplementari e calci di rigore.


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Il vino italiano è stato protagonista anche dell’ottava edizione di “Solo Italiano Grandi Vini Russia” dal 4 al 6 giugno, a Mosca e a San Pietroburgo. L’evento organizzato da I.E.M. (International Exhibition Management), ha permesso alle aziende vinicole italiane di incontrare direttamente i professionisti locali, la stampa e i consumatori di alto profilo, attraverso eventi e seminari di degustazione per promuovere la nostra enologia e la commercializzazione del vino italiano di alta qualità.

Lo stivale si conferma, dunque, primo partner commerciale della Russia, meta determinante per l’export del vino italiano. Non bisogna, però abbassare la guardia perché al secondo gradino resta sempre la Francia. La sfida si gioca soprattutto nel rilancio del comparto spumanti e rossi DOP. Ma noi abbiamo anche un altro asso nella manica: la cucina italiana è sempre più amata dai consumatori russi e resta un canale privilegiato per valorizzare l’intero settore enogastronomico Made in Italy.


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