Con la Brexit alle porte in Gran Bretagna si fanno scorte di Prosecco e l’export sale a +13%. A preoccupare le barriere tariffarie e le difficoltà di sdoganamento
Una vera e propria corsa agli acquisti per fare scorte di bottiglie di vino italiano, soprattutto Prosecco. La Brexit è vicina e i britannici temono che il prodotto simbolo del Made in Italy possa essere colpito dalle barriere tariffarie e dalle difficoltà di sdoganamento, a seguito dell’uscita del paese dalla Ue.
È un momento d’oro per il Prosecco DOC che si appresta a chiudere il 2019 con 485 milioni di bottiglie prodotte, di cui il 75% è esportato, per un valore di 1,8 miliardi di euro. Il paese che maggiormente apprezza è proprio la Gran Bretagna: nei primi 9 mesi del 2019 le esportazioni sono aumentate del +19%.
Quasi una bottiglia su tre è, dunque, spedita nel mercato inglese. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione dell’Assemblea nazionale, sulla base dei dati Istat relativi ai primi nove mesi dell’anno.
In generale il vino italiano piace molto agli inglesi, tanto che lo scorso anno il valore dell’export è arrivato a quasi 827 milioni di euro, spinto proprio dal boom del Prosecco che da solo valeva 348 milioni di euro.
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La Gran Bretagna è al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande, dopo Germania, Francia e Stati Uniti. Al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti c’è l’ortofrutta fresca e trasformata, pasta, olio d’oliva e formaggi, in particolare Grana Padano e Parmigiano Reggiano.
Il rischio è, però, che con la Brexit aumenterà la produzione di prodotti Italian Sounding, compresi il Prosecco, che è già tra quelli più imitati. Sarebbe un duro colpo per il Made in Italy agroalimentare già colpito dai Dazi USA.
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