Coronavirus e vino italiano: quali saranno le sorti del settore vitivinicolo?

Coronavirus e vino italiano: quali saranno le sorti del settore vitivinicolo?

Contrazione dei consumi, export in difficoltà e rischio di giacenza del prodotto. Le sorti del vino italiano sono ancora incerte. Annullato anche Vinitaly

Produttori e i vignaioli preoccupati per le sorti del vino italiano a causa dell’emergenza Coronavirus, che potrebbe devastare un settore tra i più importanti per il nostro paese. Il rischio è che si possa creare un eccesso di giacenza in cantina a ridosso della prossima vendemmia.

Questo è dovuto all’inevitabile contrazione dei consumi per la chiusura degli esercizi pubblici e per la mancata richiesta da parte di ristoranti, alberghi e agriturismi, ma anche per la flessione delle esportazioni. L’export del vino italiano era cresciuto in maniera significativa lo scorso anno, con un grande incremento in USA, che sono il principale cliente, Germania, Regno Unito, Francia e Cina. Sembrerà strano, ma il paese asiatico è l’unico da cui continua ad arrivare domanda di vino. 

Ed ora sono state bloccate giustamente anche tutte le attività di promozione in Italia e all’estero, come il Vinitaly, la più grande manifestazione dedicata al mondo del vino. La 54° edizione è stata, infatti, posticipata ad aprile del 2021. La decisione è stata ovviamente presa di intesa con tutti i rappresentanti delle associazioni di categoria (Confagricoltura, Cia, Copagri, Alleanza delle Cooperative Italiane, Unione italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi).

Insieme hanno scritto alla Ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, per chiedere misure straordinarie, tese a rendere più flessibili le procedure per utilizzare fondi e opportunità messe in campo a livello europeo e nazionale. La filiera ha avanzato alla Ministra la proposta di convocazione del tavolo vino, affinché operi come cabina di regia del settore per le iniziative urgenti di supporto.

Le ripercussioni in termini di impatto economico non sono ancora definibili. Anche se le aziende cercano di andare avanti è tutto bloccato, ma adesso è da capire quando finirà l’emergenza. L’obiettivo è far ripartire il sistema: “Il vino e i prodotti Made in Italy sono messaggi positivi e noi adesso dobbiamo trasmettere messaggi positivi – ha affermato Riccardo Ricci Cubastro, presidente di Federdoc. – Anche se a pesare è l`incertezza di quanto possa essere lungo questo momento, se durerà giorni, settimane o mesi. Ma non ci possiamo fermare, siamo nelle seconde linee e stiamo lavorando”.

L’annata 2020 sembra gettare un’ombra di negatività sul settore del vino italiano. I timori sull’aumento di dazi USA, la scelta del Regno Unito di uscire dall’Unione Europea e ora la pandemia mondiale lasciano tanti dubbi e incertezze. Non resta che sperare che almeno il meteo sia clemente per un’ottima produzione vinicola, per ritornare sui mercati con prodotti eccellenti, che facciano brindare tutti per dimenticare questo brutto periodo!