Prodotti alimentari Made in Italy: all’estero c’è confusione sull’autenticità

Confusione dei consumatori sui prodotti alimentari made in Italy

Il 32% dei consumatori dichiara di non avere informazioni adeguate per capire la differenza tra i prodotti alimentari Made in Italy e un’imitazione

L’India e gli Emirati Arabi, due tra i mercati emergenti per l’italian food, dove c’è maggiore richiesta di prodotti alimentari Made in Italy, sono i Paesi in cui i consumatori sono maggiormente in difficoltà davanti agli scaffali nella scelta tra un prodotto autentico e un’imitazione. Lo rivela un’indagine multicountry di Ipsos realizzata in occasione di TuttoFood 2017, la Biennale Internazionale dell’Agroalimentare, che si è tenuta a Milano dall’8 all’11 maggio.

Secondo le ultime stime di Assocamere estero il fenomeno Italian Sounding rappresenta un mercato di 54 miliardi di Euro rispetto agli appena 38 miliardi di Euro dell’export (Istat 2016). L’indagine ha mostrato che sia i consumatori italiani che gli operatori del settore riconoscono la gravità del problema. I consumatori italiani, infatti, affermano che il problema è generato dal confezionamento che non aiuta a riconoscere i prodotti alimentari Made in Italy da un’imitazione o un prodotto contraffatto.

Tra le nuove frontiere per i produttori italiani, subito dopo India ed Emirati Arabi, c’è la Cinadove ben il 43% dei consumatori ha acquistato prodotti che non sono Made in Italy. Negli Usa e in Germania, i primi due paesi dove l’Italia esporta di più, aumentano gli italian food lovers che stanno imparando a distinguere i prodotti originali dalle imitazioni. Giocano a favore del Made in Italy il numero in aumento degli acquirenti abituali di prodotti italiani  e le campagne promosse dai Consorzi di Tutela e dallo Stesso Ministero.