Made in Italy: 1,4 miliardi per il rilancio con il Patto per l’Export

Made in Italy 1,4 miliardi per il rilancio con il Patto per l’Export

Sei pilastri per il rilancio del Made in Italy con il Patto per l’Export. Istituzioni e forze economiche fanno lavoro di squadra per promuovere e sostenere le imprese che si affacciano sui mercati internazionali

È stato firmato dal Ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio alla Farnesina, per rilanciare il Made in Italy nel post Covid. Il Patto per l’Export, che riassume le risorse straordinarie stanziate dal governo per circa 1,4 miliardi di euro, è una strategia di sostegno pubblico alle imprese che si affacciano sui mercati internazionali.

“Abbiamo superato il periodo più buio di questa crisi sanitaria: ora il Paese può ripartire, con cautela ma con coraggio. E, finalmente, il motore del Made in Italy, asset strategico per eccellenza dell’economia e della imprenditoria italiane, può tornare a correre” – ha affermato il ministro Di Maio.

All’incontro hanno preso parte sei ministri, i rappresentanti degli Enti dedicati al sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese ed altre rappresentanze economiche settoriali (agroalimentare, sistema fieristico e settore navale).

Con questo accordo, che mira a rilanciare e proteggere l’export tricolore nel mondo, le istituzioni e le forze economiche fanno lavoro di squadra per promuovere e sostenere le imprese.

Il Patto per l’Export è fondamentale per la ripartenza dopo i mesi di crisi causati dalla pandemia, in cui il Made in Italy è stato messo ancora una volta in difficoltà da disinformazione e concorrenza sleale, che ha portato alcuni paesi a richiedere certificati “virus free” sulle merci.

È importante riuscire, per la prima volta, a fare sistema in una situazione che si presenta per molti aspetti nuova. Assume maggiore rilevanza la capacità di promuovere l’export attraverso le modalità digitali: fiere virtuali, missioni estere online, piattaforme internazionali digitali, e-commerce. L’Italia è indietro, principalmente per due motivi: la frammentazione del tessuto produttivo e la minore diffusione degli strumenti telematici nelle imprese.


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I sei pilastri del Patto per l’Export

Nel corso di questi incontri si sono individuate 6 linee d’intervento prioritarie, volte a rilanciare le esportazioni di prodotti Made in Italy nel post-Covid:

  1. Comunicazione: campagna di national branding per rilanciare l’immagine dell’Italia
  2. Promozione Integrata: iniziative di promozione per far conoscere il Made in Italy al pubblico internazionale
  3. Formazione/informazione: strumenti formativi e informativi per le imprese, tra cui un e-book (guida di accompagnamento all’export) per le PMI; E-desk per l’accesso digitalizzato ai servizi di sostegno all’export attraverso il portale unico con profilazione di aziende, settori e mercati; TEM (Temporary Export Manager) e DEM (Digital Export Manager) per assistere le aziende nei processi di innovazione, digitalizzazione e internazionalizzazione
  4. Sistema fieristico: ammodernamento del sistema attraverso una parziale digitalizzazione delle fiere e la creazione di piattaforme per incontri B2B virtuali
  5. Commercio digitale: ampliamento degli accordi con le principali piattaforme internazionali di e-Commerce
  6. Finanza agevolata: centralità degli strumenti di finanza agevolata per le strategie di crescita e internazionalizzazione delle PMI e delle Startup.