La cucina italiana è molto apprezzata all’estero e, per questo, i prodotti enogastronomici più copiati nel mondo sono i nostri. Il fenomeno Italian Sounding continua a macinare utili e sottrarre potenziali quote di mercato estero alle eccellenze del Made in Italy
In fatto di patrimonio enogastronomico l’Italia è senza dubbio leader indiscussa a livello mondiale. Il Belpaese vanta, infatti, ben 821 tra prodotti Dop (Denominazione di Origine Protetta), prodotti Igp (Indicazione Geografica Protetta) e Stg (Specialità Tradizionale Garantita) food and wine. A questi, che hanno ottenuto il riconoscimento dalla Ue, si sommano le innumerevoli specialità locali, i cosiddetti PAT (Prodotti Agroalimentari Italiani), un riconoscimento che, invece, dà la Regione di appartenenza e che sono elencate in un registro del MIPAAF.
I prodotti enogastronomici sono via via diventati un elemento distintivo del territorio e delle sue vocazioni più autentiche, terreno fertile su cui si sono innestati i concetti di tipicità e tradizionalità, collegati al recupero della cultura, della storia e dei saperi locali.
L’industria enogastronomica italiana ha superato crisi e globalizzazione ma resta indiscutibilmente la migliore al mondo. La nostra cucina e i nostri prodotti agroalimentari sono, infatti, molto apprezzati e richiesti all’estero per non tentare dei furbi produttori che, sfruttando l’appeal di cui godono, sottraggono ingenti quote di mercato all’export italiano.
Non tutti gli stranieri, purtroppo, conoscono realmente i prodotti italiani e l’agropirateria internazionale ha costruito un impero sull’Italian Sounding, il tutto a danno della nostra tradizione gastronomia. Parliamo di un business di 90 miliardi di euro: a tanto ammonta il potenziale di vendite per le produzioni Made in Italy, che viene invece intercettato da scaltri produttori esteri che producono delle imitazioni (Fonte Assocamerestero).
I prodotti italiani imitati sono tanti, formaggi, salumi, sughi e vini, alcuni con nomi davvero assurdi. Ad essere copiati sono anche i piatti italiani più famosi, come la pizza, la lasagna alla bolognese, i tortellini e persino il tiramisù. I paesi in cui il fenomeno è maggiormente sviluppato sono Stati Uniti, Canada, Paesi dell’America Latina, Russia, Paesi del Sud Est Asiatico, ma anche alcuni Paesi della UE.
Vediamo nel dettaglio i prodotti enogastronomici più copiati divisi per regione, con il relativo fake
Valle d’Aosta
- Fontina Dop -> Fontiago
Piemonte
- Gorgonzola Dop (prodotto anche in Lombardia) –> Zola, Combozola
- Barbera Doc e Docg –> Barbera
Lombardia
- Parmigiano Reggiano Dop (prodotto anche il Emilia Romagna) –> Parmesan, Parmesao, Reggianito
- Bresaola della Valtellina -> Bresaola
- Salame Milano -> Milano Salama
Trentino Alto Adige
- Asiago Dop (prodotto anche in Veneto) –> Asiago Cheese
Veneto
- Prosecco Dop (prodotto anche in Friuli-Venezia Giulia –> Kressecco, Consecco, Meer-secco, Semisecco
Friuli-Venezia Giulia
- Prosciutto San Daniele Dop –> San Daniele Prosciutto, Jambon Ham
Emilia Romagna
- Grana Padano (prodotto anche in Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Veneto) –> Parmesan, American Grana
- Mortadella Bologna (prodotta anche in Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Marche, e Lazio, la provincia Autonoma di Trento) –> Bologna, Mortadela
- Aceto Balsamico di Modena Igp –> Balsamic Winegar
Toscana
- Chianti Docg -> Italian Chianti style, Original Chianti, Vintners Reserve Chianti e World Vineyard Italian Chianti
- Salame Toscano -> Salame Toscano
Lazio
- Pecorino Romano Dop (prodotto anche in Sardegna e Toscana) -> Romanello, Romano Cheeese
Campania
- Mozzarella di Bufala Campana Dop -> Fresh Buffalo Mozzarella
- Pomodoro S. Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino DOP -> Tomato San Marzano, San Merican Tomato
- Salame Napoli -> Salama Napoli
- Pasta -> Pennoni Rigate
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