Dazi Usa: perché la mozzarella di bufala si salverà?

Dazi Usa mozzarella di bufala campana dop salva

Aumenta la protesta delle aziende italiane all’avvicinarsi del 18 ottobre quando scatteranno i dazi USA. Gli unici tranquilli sono quelli della Mozzarella di Bufala Campana esclusi dalla lista. Scopriamo il perchè …

Il 6 Agosto 2019, due giorni prima che il ministro dell’Interno Matteo Salvini ufficializzava la volontà della Lega di tornare alle urne, a Caserta, nella sede del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana D.o.p.,  si firmava uno storico accordo grazie al quale il più famoso formaggio campano al mondo sarebbe stato salvato dai dazi USA.

Domenico Raimondo e Jaime Castaneda, rispettivamente Presidente del Consorzio di Tutela e Direttore del CCFN (Consortium of common food names) nonchè vicepresidente del US Dairy, avevano stipulato un accordo sulla protezione della denominazione Mozzarella di Bufala Campana Dop negli Usa.

Nell’accordo veniva riconosciuto il carattere distintivo della denominazione Mozzarella di Bufala Campana Dop e si stabiliva che qualsiasi richiamo, testuale o grafico, al territorio di produzione su un prodotto similare avrebbe leso i diritti della Dop campana. Si concordava poi sul libero utilizzo del termine Mozzarella per definire un formaggio prodotto secondo quanto disposto dal Codex Alimentarius e dello standard Food and Drug Administration Usa.

Sempre più aziende alimentare statunitensi, soprattutto in Wisconsin, producono formaggi similari ai nostri prodotti made in Italy (Italian Sounding), cercando di affermare sui mercati internazionali la genericità di nomi come Parmesan, Asiago, Gorgonzola, Reggiano o lo stesso Mozzarella. Ogni accordo comprende per sua natura un compromesso. Tuttavia gli Stati Uniti sono il primo Paese extra Ue per l’export della Mozzarella di Bufala Campana, con una quota pari al 7% e grandi potenzialità, vista la richiesta crescente del prodotto di eccellenza italiana. Pertanto ogni buon compromesso non può che considerarsi onorevole.

A distanza di due mesi, quell’accordo si è rivelato molto prezioso per la Bufala Campana. Come ha affermato Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, “…sulla decisione di non imporre dazi anche sulla nostra mozzarella di bufala campana crediamo che possano aver influito gli ottimi rapporti bilaterali con le organizzazioni americane, che nell’agosto scorso ci hanno fatto visita e con i quali abbiamo firmato nella nostra sede alla Reggia di Caserta uno storico accordo per la tutela del nostro prodotto in America. Noi crediamo nel dialogo come metodo di lavoro, in ogni occasione”.

Salva la Mozzarella di Bufala, se nulla cambierà i dazi Usa si abbatteranno sul resto del Made in Italy colpendo con una tariffa del 25% gli altri formaggi, quali il parmigiano reggiano, grana padano, provolone e pecorino romano (anche se in questo caso non è chiaro il codice usato per l’export), come emerge dalla lista dei prodotti pubblicata dalle autorità americane dopo il via libera del Wto agli Stati Uniti.

Ecco la lista ufficiale con tutti i prodotti nel mirino dei DAZI USA

 

Quante vale l’export italiano negli Usa e quanto rischiamo?

I dazi USA sono un colpo al sistema delle eccellenze italiane. L’agroalimentare è il settore che rischia di essere maggiormente punito dalla decisione dell’amministrazione Trump avallata dal Wto. Includendo anche le bevande e il tabacco il comparto agroalimentare è il terzo nella graduatoria delle esportazioni Italiane negli USA, con un valore di circa 4 miliardi di euro (dati 2018).

Poco dopo il via libera del Wto ai dazi Usa, numerose associazioni di categoria e consorzi hanno fatto delle stime provvisorie sui possibili danni, forse un po’ sovrastimati.

PARMIGIANO REGGIANO. Gli Stati Uniti sono il secondo mercato estero per l’export di Parmigiano Reggiano. Sono esportati in America 10 milioni di kg l’anno. Attualmente il prezzo del Parmigiano Reggiano negli Usa si attesta attorno ai 40 dollari al kg. Se, a causa dei rialzi tariffari, i listini aumenteranno a 60 dollari al kg, il Consorzio stima una perdita di quota di mercato del 90%, con una perdita di fatturato stimata del prodotto esportato negli Usa di 360 milioni di euro.

GRANA PADANO. L’intero sistema del Grana Padano, che ricordiamo è il formaggio italiano più esportato, in un anno subirebbe un danno quantificabile in circa 270 milioni di euro. Con i dazi i produttori temono una perdita enorme pari a -80% di export qualora la tassa passasse da 2,15 dollari a 15 dollari al chilo, facendo alzare il prezzo al consumo fino a 60 dollari al chilo.

PASTA. Anche la pasta coinvolta nei dazi USA. L’export di pasta in Usa ammonta a circa 305 milioni. Il prezzo aumenterebbe sulle tavole americane a 3,75 euro al kg rispetto agli attuali 2,75.

Per fortuna che oltre alla Mozzarella, anche il Prosecco è escluso dalla lista dei dazi USA. Sono invece inclusi i vini fermi francesi, tedeschi, spagnoli, e quindi anche lo Champagne francese è salvo.

Alcuni commentatori vedono dietro la manovra di Trump l’intenzione di favorire le aziende americane concorrenti che producono prodotti alimentari simili a quelli italiani. I dazi costituiscono un doppio danno per il made in Italy perché se da un lato faranno diminuire le nostre esportazioni, dall’altro lato lasceranno campo libero e maggiore visibilità agli ingannevoli prodotti tarocchi ‘Italian sounding’ che ricordiamo fatturano più del doppio di quanto riusciamo ad esportare