5 incredibili cose che non sapevi sul Primitivo di Manduria

5 incredibili cose che non sapevi sul Primitivo di Manduria

Nasce nel territorio delle murge, sui terreni calcarei e argillosi, ha un colore rosso intenso e un sapore pieno e asciutto. Ma sei sicuro di sapere davvero tutto sul Primitivo di Manduria? Ti sveliamo 5 curiosità per conoscerlo ancora meglio

Situata sulle murge tarantine, Manduria gode di un clima temperato, con lunghe estati e inverni miti. È qui, sui terreni calcarei e argillosi, che il Primitivo ha trovato il suo habitat naturale. Ed è qui che le vigne sono ancora coltivate ad alberello, secondo il metodo della viticoltura degli antichi Greci.

Il Primitivo di Manduria ha un colore rosso intenso, un aroma leggero caratterizzato da profumi di frutta rossa e frutti di bosco, accompagnati da un piacevole sottofondo speziato. Il sapore è asciutto e pieno, anche se le caratteristiche dipendono molto dal tipo di vino.

Il Primitivo di Manduria DOC ha avuto il riconoscimento nel 1976, mentre la versione dolce, il Primitivo di Manduria Dolce Naturale DOCG nel 2011. Il Consorzio di Tutela è nato nel 1998, con dieci aziende tra cooperative e privati, ed ha ottenuto il riconoscimento legislativo nel 2002. Oggi è composto da ben 44 aziende, che vinificano ed imbottigliano, e da oltre 900 soci viticoltori. I vigneti coltivati per questo vino si estendono per circa 3.140 ettari in 18 comuni tra Taranto e Brindisi.

Ecco le 5 curiosità che forse sapevi o forse no

1 – Qual è l’origine delle uve del vitigno Primitivo ?

Non si hanno notizie certe su questo vino e i racconti sono tanti e contraddittori. L’origine del Primitivo è comunque molto antica, probabilmente è giunto in Puglia per mano degli Illiri, un popolo che abitava la parte occidentale della regione balcanica, dedito alla coltivazione della vite. Il vino, infatti, era noto come Primitivo di Sava, per la provenienza originaria delle uve, la Slovenia. Manduria, invece, è la località da cui successivamente ha preso il nome, perché da lì partivano le cisterne cariche del prezioso nettare.

Furono i monaci Benedettini, nel medioevo, a diffondere notevolmente la coltivazione della vite del Primitivo secondo quelle che erano le antiche tradizioni. Pare che alcuni frati , trasferendosi nel convento di Manduria, portarono con sé le magiche “barbatelle” (tralci di vite) che permisero poi di sviluppare nei secoli quello che oggi è riconosciuto come l’”Oro di Manduria“. Altri, invece, raccontano che fu la contessa Sabini di Altamura a portare in dote al marito Don Tommaso Schiavoni Tafuri di Manduria alcune barbatelle, che lui seppe sfruttare molto bene. 

2 – Quante tipologie ci sono di Primitivo di Manduria ?

Il Primitivo di Manduria è suddiviso in 3 tipologie: Primitivo di Manduria DOC, Primitivo di Manduria Dolce Naturale DOCG Primitivo di Manduria DOC Riserva.

Il Primitivo di Manduria DOC può essere messo in commercio dopo il 31 marzo successivo alla vendemmia, il Primitivo con la menzione Riserva, invece, dopo due anni dal 31 marzo successivo alla vendemmia. Il Riserva deve essere sottoposto ad un periodo di affinamento di 24 mesi, di cui almeno 9 in legno, a partire dal 1° di novembre dell’anno di raccolta delle uve. Entrambi devono contenere uva Primitivo minimo 85%, possono concorrere,  da sole o congiuntamente, alla produzione dei suddetti vini, le uve dei vitigni a bacca nera non aromatici, idonei alla coltivazione nelle province di Taranto e Brindisi, fino a un massimo del 15%.

Il Primitivo di Manduria Dolce Naturale DOCG non può essere immesso al consumo prima del 1° giugno dell’anno successivo a quello di produzione delle uve e deve essere Primitivo 100%. Per la produzione le uve possono essere sottoposte a pratiche di appassimento sulla pianta o su graticci o in cassette all’aperto o in locali, dotati di sistemi per il controllo di temperatura, umidità e di ventilazione forzata.

3 – Da cosa deriva il nome Primitivo ?

Il vitigno Primitivo deve il nome alla sua maturazione piuttosto precoce, già a fine agosto. In alcuni documenti storici che risalgono alla seconda metà del ‘700 si racconta che don Francesco Filippo Indellicati, primicerio della chiesa di Gioia del Colle, notò che tra i vitigni ce n’era uno che giungeva a maturazione prima degli altri, già a fine agosto, e l’uva era particolarmente nera, dolce e gustosa. Decise così di impiantare un solo vitigno dando vita alla prima monocoltura del “Primaticcio”. Successivamente trovò il suo habitat naturale nella zona della Manduria.

La maturazione precoce non impedisce, però, agli zuccheri di aumentare la loro concentrazione, tanto che la particolarità principale dei vini ottenuti dal vitigno primitivo è la sua gradazione alcolica. Il Primitivo prevede, infatti, una gradazione minima di 14 gradi per il Primitivo di Manduria secco DOC, 16 gradi per il Primitivo di Manduria Dolce Naturale DOCG e, addirittura, 18 gradi per il Primitivo di Manduria Liquoroso DOCG. In passato, per questa particolare caratteristica, è stato a lungo utilizzato come uva da taglio, per correggere le caratteristiche di altri vini.

4 – Che differenza c’è tra il Primitivo di Manduria e il Primitivo di Gioia del Colle?

Molti conoscono il vino rosso Primitivo pugliese identificandolo con il Primitivo Di Manduria DOC, ma in realtà la sua storia nasce a Gioia del Colle, in provincia di Bari, da cui l’omonima DOC Primitivo Gioia del Colle.

Tra Gioia del Colle e Manduria ci sono chiare differenze, per via dei disciplinari e della zona. Il Primitivo prodotto nella zona della DOC di Manduria, tra la provincia di Taranto e quella di Brindisi, viene coltivato su fertili terreni rocciosi-calcarei, caratterizzati da un clima particolarmente mite, grazie all’influenza delle correnti provenienti dallo Ionio. Il primitivo di Gioia del Colle è, invece, ottenuto da piccoli appezzamenti di terreno su una collina situata sull’Altopiano delle Murge, a circa 365 metri sul livello del mare, quindi caratterizzata da terreni più calcareo-argillosi e da un clima mediterraneo, a tratti più continentale.

Come da disciplinare, la vinificazione del Primitivo di Manduria può variare in funzione della DOC. Il Gioia del Colle  deve essere vinificato in purezza, ovvero solo uve primitivo coltivate nella zona della DOC, mentre a Manduria è consentito l’uso di altre uve. Il primo sarà un vino più snello e fine, l’altro più opulento e potente.


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5 – Lo Zifandel californiano è lo stesso vitigno del Primitivo di Manduria?

Secondo alcune fonti pare che in passato il Primitivo fosse chiamato “Zagarese” e avesse origine dalmate. Sta di fatto che, secondo molti esperti, il Primitivo è tra i primi vitigni ad andare oltre il confine nazionale, grazie agli immigranti italiani, che lo portavano con sé mentre salpavano alla volta delle Americhe. Molti non immaginano che uno dei principali mezzi di propagazione dei vitigni italiani all’estero è stata la chiesa. I preti per espletare le funzioni liturgiche dell’eucaristia avevano bisogno del vino, che avrebbero prodotto localmente portandosi dietro le barbatelle dei vitigni.

Dopo diversi dibattiti è stato accertato che lo Zinfandel californiano è lo stesso vitigno del Primitivo, importato negli Stati Uniti nell’800. Dall’analisi del DNA sono stati trovati gradi di parentela con la varietà Crljenak Kaštelanski, un’uva rossa legata geneticamente al Dobričić e al Plavac Mali, tipica della Dalmazia, da cui deriva lo stesso Primitivo.


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Il Primitivo di Manduria è un vino importante, di grande struttura, che a tavola ama abbinamenti con carni saporite, ma si adatta anche ad essere servito con zuppe ricche e formaggi stagionati e saporiti, soprattutto quelli a base di latte caprino e pecorino.

Il Primitivo di Manduria Dolce Naturale è, invece, un vino da dessert che si sposa bene sia con pasticceria secca che con formaggi duri stagionati.