Riapertura dei ristoranti ai tempi del Covid, qual è il futuro?

Riapertura dei ristoranti ai tempi del Covid, qual è il futuro?

Distanza di sicurezza, igienizzazioni frequenti e dispositivi di protezione per la riapertura dei ristoranti. Cosa è cambiato e cosa pensano gli italiani? Ancora tanti gli interrogativi sul futuro

Il nuovo Decreto ha stabilito le regole per la riapertura dei ristoranti il 18 maggio, dopo mesi di chiusura. Alcuni esercizi avevano già ripreso l’attività attraverso il delivery (consegna a casa) e il take away (asporto) lo scorso 4 maggio. L’emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Covid-19 ha completamente paralizzato commercio, turismo e servizi e la chiusura delle attività ha causato in Italia perdite considerevoli.

Dai ristoranti stellati alle piccole realtà familiari, tutta la ristorazione sta vivendo un periodo nero. Chef, ristoratori, imprenditori della ristorazione cercano di non mollare, guardando al futuro con consapevolezza, ma quelli che hanno alzando le saracinesche fanno fatica a riprendersi, sia per le perdite subite, sia per le regole da rispettare per la riapertura in totale sicurezza. Quello che preoccupa, inoltre, è la paura del contagio.

Cosa pensano gli italiani

Secondo una indagine di TheFork, la app di TripAdvisor per la prenotazione online dei ristoranti, rispetto alla futura frequenza dei pasti fuori casa, le opinioni del campione si spaccano in due. A livello nazionale, il 36% prevede di recarsi al ristorante di più o tanto quanto nell’era pre-Covid, mentre il 57% pensa di ridurre o annullare le occasioni di consumo fuori casa.

Ci sono, inoltre, alcune differenze a livello regionale: sono timorosi soprattutto al sud e nelle isole, mentre c’è più desiderio di uscire nel centro e nel nord, specie in Emilia Romagna, Lazio e Lombardia.

Il 43% degli intervistati individua nella paura del contagio il freno principale all’esperienza ristorativa, mentre il 27% degli utenti teme che le disposizioni di sicurezza la rendano meno godibile (sebbene per il 66% del campione siano una condizione fondamentale per tornare a frequentare i locali).


Ti potrebbe interessare: Coronavirus e vino italiano: quali saranno le sorti del settore vitivinicolo?

Ci sono, però, dei fattori che incentivano gli italiani a recarsi al ristorante: la comunicazione online delle misure di prevenzione messe in campo dal ristorante, che il 57% degli utenti trova molto rassicurante; la possibilità di prenotare tavoli all’aperto (56%); eventuali recensioni dedicate alle norme anti-Covid (33,6%);  in ultimo, la digitalizzazione di alcune operazioni per minimizzare i contatti umani, ad esempio ordinare e pagare direttamente da app.

Le norme previste per la riapertura dei ristoranti

L’Istituto nazionale contro gli infortuni sul lavoro (Inail) e Istituto superiore di sanità (Iss) hanno dettato una serie di linee guida  per procedere alla riapertura dei ristoranti in totale sicurezza. Per evitare assembramenti, in attesa e nel locale, c’è l’obbligo della prenotazione e il limite massimo di capienza, da stabilire prima.

Elemento fondamentale è il rispetto della distanza di sicurezza: per ogni cliente deve essere garantita un’area di 4 metri quadrati (tranne nel caso in cui si utilizzino barriere divisorie) e ciascun tavolo deve essere posto a 2 metri di distanza dall’altro.

I ristoratori devono poi assicurare il ricambio d’aria attraverso impianti di ventilazione, soprattutto se vicino alla zona dove si mangia ci sono i servizi igienici. Laddove possibile, consigliano di privilegiare gli spazi aperti. L’utilizzo della mascherina è obbligatorio per il personale, insieme ai guanti, e per i clienti quando si muovono nel locale. Sarà possibile toglierla una volta seduti al tavolo. Banditi i buffet.

I menù cartacei devono essere stampati su fogli monouso, altrimenti devono essere disinfettati come tutti gli spazi comuni. In alternativa i menù devono essere scritti su lavagna o consultabili via app. Le casse devono avere una barriera protettiva in plexiglass e per i pagamenti è preferibile usare quello elettronico.


Ti potrebbe interessare: Agroalimentare italiano: Cibus rimandato al 2021. Ripartire dopo il Covid

Insomma, diciamo che non si tratta di è un vero e proprio ritorno alla normalità, considerando che i ristoratori devono applicare una serie di regole anti-Covid che modificano senza dubbio l’esperienza dei clienti. Ci si abituerà, quindi, a questa nuova realtà?