Accordo Ue-Cina: bene, ma non benissimo

accordo ue-cina china europa cina via della seta geographical indication agreement dop igp

L’accordo Ue-Cina è di portata storica, proteggerà 100 indicazioni geografiche europee in Cina, ma non garantirà la tutela dei nomi generici come Parmesan e Mozzarella.

Dopo il via libera all’accordo Ue-Cina sulla tutela di 200 Indicazioni geografiche, 100 Dop e Igp europee saranno tutelate in Cina grazie ad un accordo firmato lo scorso 14 settembre tra Pechino e l’Unione Europea. Tra queste 100 denominazioni ben 26 sono italiane, e proprio l’Italia risulta così essere il Paese più rappresentato nella lista. D’altro canto l’Italia con 867 prodotti DOP, IGP e STG è il Paese europeo leader con il maggior numero di prodotti certificati, prima della Francia (686) e della Spagna (336).

L’intesa, che prevede un mutuo riconoscimento di prodotti da tutelare, permetterà alla lista di espandersi dopo 4 anni dall’entrata in vigore dell’accordo (ovvero inizio 2021) con altri 175 prodotti. L’accordo Ue-Cina dovrebbe generare vantaggi commerciali reciproci e consentire ai consumatori di entrambe le parti di avere accesso a prodotti di qualità garantiti. 

Il mercato cinese, con una classe media in aumento che apprezza i prodotti europei autentici, iconici e di alta qualità, ha un potenziale di crescita elevato per le bevande e i prodotti alimentari europei e vanta inoltre un proprio sistema di indicazioni geografiche consolidato, con specialità che grazie a questo accordo i consumatori europei potranno ora esplorare ulteriormente.

In termini di valore, il mercato delle indicazioni geografiche dell’UE è pari a circa 74,8 miliardi di €, ossia il 6,8% dei prodotti alimentari e delle bevande dell’UE, con esportazioni per 16,9 miliardi €, che rappresentano il 15,4% di tutte le esportazioni UE di prodotti alimentari e bevande. Con un volume che ha raggiunto i 12,8 miliardi di € (nel periodo di dodici mesi compreso tra settembre 2018 e agosto 2019), per l’UE la Cina è la seconda destinazione delle esportazioni agroalimentari nonché la seconda destinazione delle esportazioni di prodotti protetti come indicazioni geografiche (di cui costituiscono il 9 % del valore) che comprendono vini, prodotti agroalimentari e bevande spiritose.

Non del tutto soddisfatto Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano “Accordo Ue-Cina: bene, ma non è un punto di arrivo. L’accordo è un passo avanti, ma non risolve tutti i problemi che abbiamo in Cina. Auspichiamo che in futuro sia possibile aprire un dialogo con le autorità cinesi per arrivare ad una totale protezione del marchio anche nel mercato cinese nel quale riscontriamo problemi per quanto riguarda illeciti, contraffazioni e frodi. In particolare, ciò che non possiamo accettare è la mancata tutela dei nomi che vengono considerati erroneamente ‘generici’, come Parmesan che viene ritenuto una categoria di prodotto anziché una denominazione di origine che può essere fatta solo in Italia seguendo un rigido disciplinare di produzione“.

Anche per Luigi Scordamaglia, presidente di Filiera Italia, ci sono gli stessi dubbi “Ogni passo avanti verso la tutela delle nostre eccellenze è una buona notizia, in questo caso siamo davanti a un accordo storico, ma il bicchiere per l’Italia resta mezzo vuoto. Parliamo di molte eccellenze, fra cui l’Aceto balsamico di Modena, il prosciutto di Parma e San Daniele, la Mozzarella di Bufala Campana e il Parmigiano Reggiano. Il problema è la mancata tutela dei nomi generici, pensiamo al tristemente noto Parmesan che in Nord America è considerato generico ed utilizzabile per indicare una categoria di prodotto, alla stregua di “mozzarella” e questo genera confusione nella mente dei consumatori”.

Infatti nell’accordo Ue-Cina, a differenza di quello con il Canada o il Giappone, non risulta esplicitato il divieto di utilizzare i nomi generici in abbinamento con parole o simboli che richiamino all’italianità, aumentando così le possibilità di inganno ai danni di chi vorrebbe acquistare Made in Italy e si ritrova tra le mani prodotti tarocchi Italian Sounding.

Quali sono le DOP e IGP italiane tutelate dall’accordo Unione Europea – Cina ?

Di seguito l’elenco delle 26 Dop e Igp italiane che rientrano nel nuovo accordo Ue-Cina:

  1. Aceto balsamico di Modena IGP
  2. Asiago DOP
  3. Asti DOP
  4. Barbaresco DOP
  5. Bardolino superiore DOP
  6. Barolo DOP
  7. Brachetto d’Acqui DOP
  8. Bresaola della Valtellina IGP
  9. Brunello di Montalcino DOP
  10. Chianti DOP
  11. Conegliano-Valdobbiadene Prosecco DOP
  12. Dolcetto d’Alba DOP
  13. Franciacorta DOP
  14. Gorgonzola DOP
  15. Grana Padano DOP
  16. Grappa IG
  17. Montepulciano d’Abruzzo DOP
  18. Mozzarella di Bufala Campana DOP
  19. Parmigiano Reggiano DOP
  20. Pecorino Romano DOP
  21. Prosciutto di Parma DOP
  22. Prosciutto di San Daniele DOP
  23. Soave DOP
  24. Taleggio DOP
  25. Toscano IGP
  26. Vino Nobile di Montepulciano DOP

Considerato che siamo il primo Paese al mondo produttore di pasta troviamo scandaloso l’assenza da questa lista della Pasta di Gragnano IGP.

Authentico comunque garantisce la tutela anche per i consumatori cinesi che possono scaricare l’app gratuita disponibili qui, e facendo una semplice scansione del codice a barre con il telefonino potranno riconoscere subito i veri prodotti italiani e segnalare eventuali quelli fake.