21 libri sul cibo da regalare per Natale agli amici gourmet

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Ecco l’elenco dei 21 libri sul cibo, scelti dalla nostra redazione, tra cui potete scegliere quale regalare a Natale ai vostri amici food blogger, influencer, giornalisti, markettari, gourmand impenitenti, semplici appassionati o imprenditori nel settore enogastronomico

Natale è vicino e le idee regalo spesso scarseggiano. Se si tratta poi di amici o conoscenti appassionati di cibo, non sempre riusciamo a scovare un testo che possa essere adatto a loro senza scegliere il solito libro di ricette o romanzi sul cibo. Ecco alcune idee valide nella nostra selezione dei libri sul cibo che magari potreste regalare anche a voi stessi.

psicologia del gusto

1. Psicologia del gusto
di Mara Bellati e Martine Vallarino

Il cibo possiede da sempre un ruolo centrale nella vita dell’uomo. Come nascono le preferenze e le avversioni alimentari? Quanto sono importanti il colore e la consistenza di un cibo? Una musica di sottofondo può rendere più piacevole un sapore? Che cos’è l’umami? Per rispondere a queste e altre domande, la psicologia del gusto studia i meccanismi psicofisiologici, i correlati cerebrali e i sistemi percettivi che sottostanno all’esperienza gustativa prendendo in considerazione i numerosi fattori di carattere biologico, sociale, emotivo e relazionale implicati in questo articolato processo. La percezione del sapore si presenta quindi come un’esperienza multisensoriale che coinvolge i diversi apparati sensoriali e l’individuo nella sua interezza.
contro natura

2. Contro natura. Dagli OGM al «bio», falsi allarmi e verità nascoste del cibo che portiamo in tavola
di Dario Bressanini , Beatrice Mautino

È in atto da alcuni anni una vera e propria corsa all’alimentazione “naturale”, eppure le nostre idee sul tema non sono così chiare come vogliamo credere. Sempre più spaventati e confusi dai messaggi allarmistici dei media, ci siamo convinti che la “manipolazione” del cibo sia uno dei tanti mali della società odierna, dimenticando che l’intervento umano sulle specie vegetali è antico guanto l’invenzione dell’agricoltura stessa. Siete sicuri che il colore “naturale” delle carote sia l’arancione? O che il riso che comprate sia veramente biologico? E poi: esiste sul serio una patologia chiamata “sensibilità al glutine”? Per rintracciare la storia di ciò che mettiamo oggi nel piatto, e trovare le risposte ai tanti dubbi che ci assillano, gli autori ci guidano in un viaggio nel tempo – attraverso la storia dell’uomo e le storie dei cibi come li conosciamo – e nello spazio – per raccogliere sul campo le prove e le testimonianze di ricercatori e agricoltori. Con piglio appassionato da investigatori e solido rigore scientifico, e senza timore di andare controcorrente, spiegano il vero significato di alcune parole che sentiamo e leggiamo ogni giorno, aiutandoci a scegliere con più consapevolezza.
denominazione di origine inventata

3. Denominazione di origine inventata. Le bugie del marketing sui prodotti tipici italiani
di Alberto Grandi

Il Parmigiano Reggiano più simile a quello creato tanti secoli fa dalla sapienza dei monaci emiliani? È il Parmesan prodotto nel Wisconsin, in USA. E quella meraviglia dolce e succosa, coccolata dal sole e dall’aria della Sicilia, che si chiama pomodoro di Pachino? È un ibrido prodotto in laboratorio da una multinazionale israeliana delle sementi. Per non dire del Marsala: fu inventato, commercializzato e prodotto su larga scala da un commerciante inglese che aggiunse alcool al vino al solo scopo di conservarlo meglio durante il trasporto verso la madrepatria. E tutto quel gran sbattersi per definire il vino DOC, DOP o IPG in base a presunte e millenarie tradizioni dei vigneti? Un nobile intento che però finge di non sapere che nella seconda metà del 1800 un parassita distrusse tutte le vigne presenti sul territorio italiano ed europeo. Dovendo ripartire da zero, i nostri viticoltori usarono obbligatoriamente viti non autoctone e innesti vari. Alberto Grandi, professore dell’Università di Parma, svela quanto marketing ci sia dietro lo strepitoso successo dell’industria gastronomica italiana.

che mondo sarebbe

4. Che mondo sarebbe. Pubblicità del cibo e modelli sociali
di Cinzia Scaffidi

La comunicazione commerciale ci descrive o cerca di orientarci? Forse possiamo tentare una risposta doppia: ci descrive, in buona misura, per quel che riguarda i consumi; cerca di orientare i nostri modelli sociali. Sui consumi stiamo prendendo coscienza, crescono le quote di consumatori attenti, consapevoli, critici e competenti che finiscono non solo per scegliere meglio il cibo, ma anche per comprarne meno. Perché avere meno bisogni significa avere più libertà. Lo stiamo comprendendo, poco alla volta e pochi alla volta. Quanto ai modelli sociali, invece, anche se ci accorgiamo che non rispecchiano la nostra realtà, siamo culturalmente meno attrezzati per la resistenza. Se è vero che quelle famiglie, quelle mogli, quei mariti, quelle situazioni non ci assomigliano, è anche vero che ne subiamo il fascino e, in una qualche misura, permettiamo a quella comunicazione di orientare, se non i nostri comportamenti, quantomeno i nostri desideri. 
siete pazzi a mangiarlo

5. Siete pazzi a mangiarlo!
di Christophe Brusset

Vasetti di miele che spesso non hanno mai visto neppure un’ape. Cibi che contengono diserbanti, coloranti nocivi, sporcizie varie, a volte perfino escrementi. Additivi non dichiarati, date di scadenza allungate. L’industria alimentare è un Far West in cui l’imperativo è smerciare qualsiasi tipo di prodotto in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, ottenendo il maggior margine di guadagno possibile. Christophe Brusset, insider delle principali multinazionali del cibo, ci svela quali procedure e trucchi si nascondono dietro i prodotti che troviamo sugli scaffali per mantenere le superofferte che tutti rincorriamo.

i signori del cibo

6. I signori del cibo. Viaggio nell’industria alimentare che sta distruggendo il pianeta
di Stefano Liberti

Secondo previsioni dell’Onu, nel 2050 saremo 9 miliardi di persone sulla Terra. Come ci sfameremo, se le risorse sono sempre più scarse e gli abitanti di paesi iperpopolati come la Cina stanno repentinamente cambiando abitudini alimentari? La finanza globale, insieme alle multinazionali del cibo, ha fiutato l’affare: l’overpopulation business. Dopo “A sud di Lampedusa” e “Landgrabbing”, Stefano Liberti ci presenta un reportage importante che segue la filiera di quattro prodotti alimentari – la carne di maiale, la soia, il tonno in scatola e il pomodoro concentrato – per osservare cosa accade in un settore divorato dall’aggressività della finanza che ha deciso di trasformare il pianeta in un gigantesco pasto. Un’indagine globale durata due anni, dall’Amazzonia brasiliana dove le sconfinate monocolture di soia stanno distruggendo la più grande fabbrica di biodiversità della Terra ai mega-pescherecci che setacciano e saccheggiano gli oceani per garantire scatolette di tonno sempre più economiche, dagli allevamenti industriali di suini negli Stati Uniti a un futuristico mattatoio cinese, fino alle campagne della Puglia, dove i lavoratori ghanesi raccolgono i pomodori che prima coltivavano nelle loro terre in Africa.

si fa presto a dire cotto marino niola

7. Si fa presto a dire cotto: Un antropologo in cucina
di Marino Niola

Perché gli italiani mangiano la pasta al dente? La tempura è davvero un’invenzione giapponese? Perché la pizza ha conquistato il mondo? E perché il sushi ha conquistato noi? E cosa c’entrano il baccalà con il Concilio di Trento e il caffè con la nascita delle compagnie di assicurazione? Sono alcuni dei temi vivacemente, o meglio sapidamente, affrontati da questo libro. Tradizioni gastronomiche, modi di cuocere il cibo, maniere di comportarsi a tavola, passioni, repulsioni, valori estetici, tipicità, territori costituiscono altrettanti specchi del rapporto che gli uomini hanno con se stessi e con gli altri, con la propria terra, con la propria identità. L’espresso, il ragù, i tortellini, il pomodoro, la zucca, la mozzarella, il culatello, il parmigiano, la cassata: molto più che semplici “gourmandises”, ci appaiono particolari decisivi di quel grande affresco che è la nostra storia vista attraverso gli usi e consumi dell'”homo edens”.

mangiare atto civico alain ducasse

8. Mangiare è un atto civico
di Alain Ducasse e Christian Regouby

L’atto di mangiare implica la responsabilità di tutti e di ciascuno, attraverso una grande catena che va dalla Terra al piatto. Noi non siamo al centro del mondo. Le altre specie viventi – animali e vegetali – meritano lo stesso rispetto che riserviamo a noi stessi. Continuare a distruggerle, come stiamo facendo, significa condannarci a una morte certa, ben più di quanto non si creda.
In questo libro, dove ha scelto, per la prima volta, di raccontare alcuni episodi della sua vita, Alain Ducasse ci propone alcune soluzioni concrete per riapprendere a mangiare. Nel corso di queste pagine incontrerete un curioso gesuita delle Filippine, un cuoco che serve delle carote al vapore a tutta New York, un orticoltore della banlieu, una coppia di piccoli produttori che, in Normandia, hanno creato un ecosistema unico nel suo genere. Il loro impegno, l’impegno di Ducasse, è anche il vostro. Perché mangiare è un atto civico.
possiamo salvare il mondo prima di cena

9. Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi
di Jonathan Safran Foer

“Nessuno se non noi distruggerà la terra e nessuno se non noi la salverà… Noi siamo il diluvio, noi siamo l’arca.”. Il tema dell’emergenza climatica affrontato in un libro che ha l’urgenza di un pamphlet e il fascino di un romanzo. Qualcuno si ostina a liquidare i cambiamenti climatici come fake news, ma la gran parte di noi è ben consapevole che se non modifichiamo radicalmente le nostre abitudini l’umanità andrà incontro al rischio dell’estinzione di massa. Lo sappiamo, eppure non riusciamo a crederci. E di conseguenza non riusciamo ad agire. Il problema è che l’emergenza ambientale non è una storia facile da raccontare e, soprattutto, non è una buona storia: non spaventa, non affascina, non coinvolge abbastanza da indurci a cambiare la nostra vita. Per questo rimaniamo indifferenti, o paralizzati: la stessa reazione che suscitò Jan Karsky, il «testimone inascoltato», quando cercò di svelare l’orrore dell’Olocausto e non fu creduto.il grande carrello

10. Il grande carrello. Chi decide cosa mangiamo
di Fabio Ciconte e Stefano Liberti

Nonostante un’apparenza quasi innocua, il supermercato è il terminale ultimo di un intreccio di rapporti produttivi, sociali ed economici di cui l’acquirente finale nulla sa e nulla deve sapere. Questo libro scompone e disvela la realtà dietro gli scaffali: dai rapporti con i fornitori ai contratti con i lavoratori, dal vero costo delle offerte ai segreti del marketing. Attraverso l’indagine sul campo e le testimonianze dei principali protagonisti del settore, ci racconta un mondo che è parte integrante della vita di ognuno di noi. E che la influenza molto più di quanto pensiamo.

farmageddon

11. Farmageddon. Il vero prezzo della carne economica
di Philip Lymbery e Isabel Oakeshott

Le fattorie tradizionali sono scomparse dai nostri campi a mano a mano che la produzione di cibo è diventata un’industria globale. Non abbiamo più alcuna certezza di cosa entri nella catena alimentare: la moderna politica intensiva nei settori dell’agricoltura e dell’allevamento è una minaccia per le nostre campagne e per la nostra salute in qualunque parte del mondo. I fatti sono incontrovertibili e sconcertanti. Cereali e soia che potrebbero nutrire miliardi di persone vengono coltivati come mangime animale. Tonnellate di pesce di piccola taglia, in grado di sfamare un intero continente, vengono trasformate in farina e usate per nutrire i pesci d’allevamento. La fauna selvatica è sistematicamente distrutta. I rischi di questo sistema sono alti: metà degli antibiotici usati al mondo viene regolarmente somministrata agli animali negli allevamenti intensivi, contribuendo alla nascita di superbatteri letali e resistenti. Per non parlare dei danni al sistema idrico e all’ambiente causati dallo smaltimento del letame delle migliaia di animali ammassati in condizioni disumane. 
report la rivoluzione nel piatto

12. La rivoluzione nel piatto
di Sabrina Giannini

Quanto dovremo aspettare prima che venga detta la verità su alcuni alimenti, additivi, coloranti e molto altro che arriva sulle nostre tavole? O sulla contaminazione senza confini della chimica nell’agricoltura e nell’allevamento? Dopo vent’anni di inchieste che hanno scosso l’opinione pubblica e i palazzi del potere, Sabrina Giannini conosce bene le tattiche con cui si eludono i regolamenti, o le strategie per insinuarsi nelle pieghe delle norme e non dichiarare informazioni che allerterebbero il consumatore. Riprendendo e approfondendo alcuni dei temi scottanti che ha affrontato nelle sue indagini sull’industria alimentare, la giornalista denuncia e rivela come lobby, aziende e anche molta politica avallino verità scientifiche discutibili per salvaguardare i propri interessi, mettendo ogni giorno nel piatto di noi cittadini sostanze rischiose per la salute. 
il riposo della polpetta

13. Il riposo della polpetta e altre storie intorno al cibo
di Massimo Montanari

Tra i vari libri sul cibo consigliamo questo “godibilissimo excursus sulla storia del cibo raccontata dal punto di vista del cervello più che delle viscere. Faccio subito un esempio molto significativo: il pane. Questo alimento fondamentale, anche se un po’ trascurato nelle culture del benessere, rappresenta una vera e propria ‘invenzione’. Corrado Augias, “il venerdì di Repubblica”

Un patrimonio di sapienze tradizionali, un repertorio di consuetudini alimentari dal Medioevo in qua.
Edmondo Berselli, “la Repubblica”

carlo petrini buono pulito giusto

14. Buono, pulito e giusto
di Carlo Petrini

Nella nostra lista dei libri sul cibo non poteva mancare un grande classico. Dieci anni fa “Buono, pulito e giusto” ha trasformato un titolo in uno slogan, una visione del mondo che ha rovesciato gli stereotipi sul cibo, l’ambiente, la natura, l’agricoltura… “Buono, pulito e giusto” deve essere il nostro cibo, piacevole, accessibile a tutti, prodotto con criteri di sostenibilità, nel rispetto dei diritti di chi lo produce, di chi ne fruisce e della biodiversità agroalimentare e gastronomica. In un racconto che costruisce una teoria, intreccia analisi, impegno ed esperienze autobiografiche, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, esorta il lettore a farsi egli stesso eco-gastronomo, a essere cittadino del mondo e protagonista di una grande rete internazionale che custodisca il pianeta mettendo il cibo al centro di un nuovo progetto di vita.

post made in italy

15. Post-Made in Italy. Nuovi significati, nuove sfide nella società globale
di Riccardo Giumelli

Che cos’è il made in Italy? Facile, tutto quello che è prodotto in Italia. Ma le risposte facili nascondono la complessità. Non tutti i prodotti made in Italy sono fatti in Italia, altri sono prodotti in Italia ma non fatti da italiani. Alcuni prodotti si presentano ingannevolmente come italiani, altri si posizionano in una zona di confine. Sono, piuttosto, la conseguenza della mobilità delle competenze e di contaminazioni culturali degli ambienti di lavoro. A volte sono qualcosa di totalmente nuovo, ma che s’ispira all’immaginario dell’Italian way of life. Questo testo, partendo da una prospettiva sociologica, intende spiegare, attraverso argomentazioni e casi esemplari, i mutamenti socioculturali della relazione tra territorio, virtualizzazione dei processi e identità di prodotti e servizi del made in Italy. Ognuno tiri poi le proprie somme, ognuno azzardi con le proprie carte. Il gioco, però, non è più lo stesso. Siamo nell’era del Post-made in Italy.

come funziona il cibo

16. Come funziona il cibo. I fatti spiegati visivamente
di R. Sorgo

Esiste la dieta perfetta? Abbiamo davvero bisogno di bere, ogni giorno, otto bicchieri d’acqua? Che cos’è esattamente il glutine, e perché in tanti oggi lo evitano? I media comunicano ogni giorno nuove scoperte e consigli su ciò che mangiamo e beviamo, ma quanti si basano su presupposti scientifici? Con illustrazioni e disegni intuitivi, ricco di aneddoti e curiosità, “Come funziona il cibo” spiega tutto ciò che devi sapere sul mondo della nutrizione, da come si produce il cibo a quello migliore per te.

food marketing 2

17. Food marketing 2
di Carlo Meo

Perché nelle città chiudono le banche e aprono al loro posto hamburgherie, bistrot e ristoranti? Perché mangiamo sempre più spesso fuori casa e quando siamo in casa riscaldiamo qualcosa di pronto o aspettiamo l’arrivo di un pasto cucinato da altri? Cracco ce la farà a mantenersi in Galleria a Milano? Parigi è ancora la capitale del food chic e Londra dell’innovazione? Il superfood è un’idea geniale di marketing e la pasticceria il peccato indulgente dei nostri tempi? Il food è diventato un linguaggio urbano, una narrazione delle nostre città, un settore dell’economia dell’esperienza, ma soprattutto un business, perché solo le città possono garantire i risultati economici concreti. Nelle città il prodotto food diventa un concetto che interpreta i nuovi significati di consumo delle persone e che ha bisogno di nuovi formati per essere venduto.

il mito delle origini

18. Il mito delle origini. Breve storia degli spaghetti al pomodoro
di Massimo Montanari

Il mito delle origini è quello che ci fa pensare che esista un punto magico della storia in cui tutto prende forma, tutto comincia e tutto si spiega; il punto in cui si cela l’intimo segreto della nostra identità. Ma perché quello delle origini è solo un mito? Il fatto è che le origini, di per sé, spiegano poco: l’identità nasce dalla storia, da come quelle origini si sviluppano, crescono, cambiano attraverso incontri e incroci spesso imprevedibili. Basta un piatto di spaghetti al pomodoro per spiegarlo. Seguendo le tracce del nostro piatto identitario per eccellenza, Massimo Montanari risale a tempi e luoghi distanti – dall’Asia all’America, dall’Africa all’Europa, dalle prime civiltà agricole alle innovazioni medievali, fino a vicende di qualche secolo fa, o dell’altro ieri. Scopriamo, così, che ricercare le origini della nostra identità (ciò che siamo) non ci porta quasi mai a ritrovare noi stessi (ciò che eravamo) bensì altre culture, altri popoli, altre tradizioni, dal cui incontro e dalla cui mescolanza si è prodotto ciò che siamo diventati.

buono da mangiare

19. Buono da mangiare
di Marvin Harris

Dalla preistoria ai giorni nostri, dai riti sacrificali all’hamburger del fast-food: appassionante come la trama avventurosa di un romanzo, la ricerca dell’antropologo americano conduce il lettore a continue scoperte, avvicinandolo a gusti e disgusti noti e ignoti, ciascuno specchio di storie affascinanti e di realtà all’apparenza inspiegabili.

la dieta mediterranea

 

20. La dieta mediterranea. Mito e storia di uno stile di vita
di Elisabetta Moro

Risalente alla Magna Grecia, scoperta dall’America, dichiarata dall’Unesco patrimonio immateriale dell’Umanità, la dieta mediterranea è più di un regime alimentare: in essa trovano espressione antiche tradizioni culturali e una lunga storia di convivialità. Se è il bestseller di Reys “How to eat well and stay well. The Mediterranean way” del 1975 a dare dignità scientifica e fama alla dieta mediterranea, è vero che essa preesisteva, come ricco sedimento di usanze e territorio, di divieti religiosi ed etici, di costumi antropologici, che il libro ripercorre tutti restituendoci la consapevolezza di una parte importante della nostra cultura materiale.

Fettuccine Alfredo, Spaghetti Bolognaise & Caesar Salad

21. Fettuccine Alfredo, Spaghetti Bolognaise & Caesar Salad: Il trionfo della falsa cucina italiana nel mondo di Maurizio Pelli

Fettuccine Alfredo, Spaghetti Bolognaise & Caesar Salad – Il trionfo della falsa cucina italiana all’estero, il cosiddetto Italian Sounding, di Maurizio Pelli non è il classico libro di ricette ma è un libro scritto con ironia e sarcasmo riguardo ai nostri piatti e alle nostre ricette più cucinate e consumate all’estero e di conseguenza, più stravolte e manipolate da pseudo-ristoranti denominati ‘italiani’ attorno al mondo: tra ricerca storica delle origini del piatto e evoluzione, tra trucchi e trabocchetti del piatto stesso proposti all’estero.

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