Recovery Plan, il mondo agricolo in attesa di Draghi

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Il Recovery Plan ha destinato all’agricoltura 2,5 miliardi di euro, ma riusciranno ad assicurare all’Italia la ripresa e la trasformazione della filiera agroalimentare in agricoltura sostenibile 4.0?

Il mondo agricolo italiano è in trepidante attesa di ricevere dal nascente governo Draghi l’evidenza della massima attenzione ad un settore che rappresenta una componente rilevante del Pil Italiano.

Si avvicina il momento in cui i paesi dovranno inviare al Parlamento Europeo i propri piani, che dovranno contenere cronoprogrammi e obiettivi intermedi di completamento dei progetti e delle riforme.

Dal canto suo, afferma Paolo De Castro, parlamentare dem e membro della commissione Bilanci del Parlamento europeo: “sono fiducioso che il lavoro che abbiamo fatto a Bruxelles in questi mesi e che ha portato a risultati importanti come una quota di pre-finanziamento al 13% e una procedura di fast-tracking sulla disciplina degli aiuti di Stato, possa offrire al nostro Paese gli strumenti necessari per avviare un cammino di ripresa, nell’interesse delle prossime generazioni di cittadini europei”.

Di fatto, l’eccellenza dell’agroalimentare made in Italy non può vedere una crescita dinamica se non vengono valorizzate due condizioni imprescindibili, ovvero una filiera agroalimentare sostenibile e un’economia circolare virtuosa.

Questa tendenza all’evoluzione ecologica, unita all’impatto dell’innovazione digitale nei diversi contesti dell’agroalimentare (specialmente per quanto concerne la tracciabilità di filiera), renderà l’agricoltura sempre più agevole. E, inoltre, ciò si tradurrebbe in un accrescimento esponenziale in termini economici e occupazionali.

Ma cosa prevede il Recovery Plan per l’Italia?

Gli obiettivi del Recovery Plan sono molteplici. Punta, infatti, ad accrescere la capacità produttiva dell’agricoltura italiana affinché si raggiunga l’autosufficienza alimentare. Ma, grazie al Next Generation Eu  aumenterà anche la sostenibilità nel settore, con un impatto del 3,5% sul Pil.

I fondi destinati all’agricoltura sostenibile sono ripartiti in tre progetti:

  1. contratti di filiera, ovvero agevolazioni per gli investimenti per la riconversione sostenibile delle imprese dei settori agricolo, alimentare, ittico, forestale e florovivaistico, sia in beni materiali che immateriali
  2. parchi agrisolari, con incentivi per l’ammodernamento dei tetti degli immobili ad uso produttivo nel settore agricolo, zootecnico e agroindustriale, per incrementare la sostenibilità e l’efficienza energetica del comparto
  3. logistica per i settori agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura, forestale e florovivaistico con incentivi a favore degli investimenti per il miglioramento della capacità di stoccaggio delle materie prime agricole, il potenziamento delle infrastrutture dei mercati agricoli e per lo sviluppo di un sistema logistico integrato per le filiere dei comparti coinvolti.

Questi progetti per il settore agricolo fanno parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), nella sezione dedicata alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica. Dove, quindi, i concetti chiave vertono sulla sostenibilità della filiera agroalimentare e sull’economia circolare.


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L’ottimismo nei confronti del Recovery Plan

Stando a quanto ha dichiarato Andrea Sartori, presidente del Consorzio Italia del Vino e di Casa Vinicola Sartori, è indubbio che le risorse offerte dal Recovery Plan possano sviluppare un’Agricoltura sostenibile 4.0, che definisce come “un’occasione unica ed irripetibile”.

“Secondo le stime preliminari sull’agricoltura presentate in un rapporto Istat 2020 – aggiunge Sartori – nonostante la pandemia l’Italia si è confermata leader in Europa in termini di valore aggiunto nella produzione con 31,3 miliardi di euro, davanti a Francia e Spagna. Un dato che, a fronte del calo del 3,3% del volume produttivo, conferma quanto la filiera agroalimentare italiana sia un asset strategico sul quale investire in maniera massiccia. Assume rilievo, in questa direzione, la richiesta di proroga al 2021 delle misure di mercato eccezionali del 2020 per il settore vitivinicolo che l’Europarlamento sarà presto chiamato ad approvare. Il comparto agroalimentare – conclude – ha senza dubbio le potenzialità per crescere molto e innovarsi nei prossimi anni, generando nuovi posti di lavoro”.

Il Recovery Plan rappresenta una necessità ed un’opportunità per l’Italia, che racchiude un valore inestimabile riconosciuto da ogni forza politica. Ci si interroga solo su cosa cambierà con Draghi alla Presidenza del Consiglio.