Mipaaf e Amazon, la Dop economy ha un nuovo difensore?

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La Dop economy tutelata da un accordo tra Mipaaf e Amazon. L’Italia è il primo paese al mondo a firmare un Memorandum di intesa di questo tipo per proteggere i marchi di origine. Ma allora, i wine kit?

Il nuovo accordo tra il Mipaaf e Amazon punta a garantire un monitoraggio costante contro il fenomeno dell’italian sounding, che oltre al Made in Italy danneggia la nostra Dop economy.

In questo modo, i marchi di origine Made in Italy saranno tutelati ulteriormente dal colosso dell’e-commerce che provvederà, in collaborazione con l’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agro-alimentari (Icqrf) all’individuazione e alla segnalazione delle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale dei prodotti a Denominazione di origine protetta (Dop) e di Indicazione Geografica Protetta (Igp), nonché delle pratiche sleali relative alla corretta informazione sugli alimenti.

Un’iniziativa tutta volta a tutelare i consumatori, le imprese e prevenire la contraffazione agroalimentare.

Quali sono gli obiettivi dell’accordo Amazon e Mipaaf?

“La tutela della qualità delle produzioni agroalimentari rappresenta per l’Italia uno degli obiettivi principali della politica agroalimentare, poiché il nostro Paese ha il più alto numero di prodotti Dop e Igp in Europa.

Questo accordo con Amazon, che negli ultimi anni ha implementato diversi programmi e innovazioni tecnologiche volti a tutelare clienti, venditori e marchi, conferma la qualità del lavoro svolto finora con l’ICQRF.

Inoltre, questo accordo porterà a un rinnovato sostegno e a una maggiore tutela dell’agricoltura italiana e dell’immenso patrimonio agroalimentare del Paese” ha affermato il Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli.

“Garantire la tutela dei nostri prodotti è un contributo alla trasparenza del mercato, alla difesa dei diritti del consumatore e al lavoro dei nostri agricoltori e delle nostre aziende.

La difesa dei prodotti di eccellenza passa solo attraverso la totale trasparenza nei confronti del consumatore e proprio per questo continuiamo a portare avanti con costante impegno le nostre battaglie in materia di etichettatura di origine e nutrizionale anche nei marketplaces online che stanno diventando sempre più un canale complementare al commercio tradizionale”.

Benefici per l’export

Mariangela Marseglia, Country Manager, Amazon.it ripone grosse speranze sulla nostra ripresa economica attraverso l’export:

“Questo accordo con il Mipaaf rappresenta un’importante collaborazione tra pubblico e privato per la tutela dei prodotti enogastronomici italiani. Garantisce un’esperienza di acquisto sicura e aiuta la ripresa della nostra economia attraverso l’export. Siamo lieti di dare il nostro contributo, che si inserisce nel più ampio impegno di Amazon finalizzato a supportare le 18.000 PMI italiane che vendono nel nostro negozio, promuovere il made in Italy nel mondo e proteggere i marchi dalla contraffazione.

Dharmesh Mehta, Vice President of Customer Trust and Partner Support di Amazon sottolinea l’importanza di questo accordo per la tutela dei clienti Amazon:

“Siamo lieti di firmare questo accordo con il Ministero delle Politiche Agricole italiano. È il primo accordo al mondo di questo tipo che Amazon ha firmato con un governo per tutelare le eccellenze enogastronomiche italiane, supportando le piccole imprese che producono questi prodotti. L’accordo è una buona notizia per i nostri clienti in tutto il mondo. Possono gustare le prelibatezze italiane sapendo che i prodotti che vedono nel nostro negozio sono prodotti genuini e di altissima qualità”.


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La domanda d’obbligo: come la mettiamo con i wine kit venduti su Amazon?

L’Icqrf ha condotto un’intensa attività sul web per individuare il cibo contraffatto. 989 controlli effettuati negli ultimi sei anni, infatti, hanno avuto per oggetto il più famoso degli spumanti italiani, 437 il Parmigiano Reggiano, 283 i discussi wine kit, 183 il Prosciutto di Parma e 176 l’Amarone della Valpolicella. Tra i vini più colpiti dalle frodi on line anche l’Asti, il Montepulciano d’Abruzzo, il Nero d’Avola, il Barolo ed il Chianti. Soprattutto i wine kit venduti su piattaforme come Amazon, Ebay e Ali Baba, sono stati molto criticati negli anni passati per le denominazioni fuorvianti che venivano attribuite loro, rimandanti a tipologie di vini o uve di qualità nettamente superiore. Così il Barolo diventava Barollo, il Chianti invece Ciantia e il Brunello di Montalcino Montecino.

Il problema non è legato solo all’utilizzo delle pregiate denominazioni del Belpaese, ma anche per le procedure di trasformazione della polvere o del mosto in vino, cosa che richiede l’utilizzo di acqua. In base alla normativa europea del vino, non è possibile aggiungere acqua nel vino o nei mosti, e già solo per questo il commercio in Europa non dovrebbe essere consentito.

Se è vero che con questo accordo tra Mipaaf e Amazon si aggiunge un altro tassello alla lotta contro l’Italian Sounding e alla tutela della Dop economy, fiore all’occhiello del Made in Italy, bisognerà vedere in ottica di coerenza come si comporterà Amazon…