Settimana della Cucina Italiana, attesa a New York per l’evento di I Love Italian Food #iostocolmadeinitaly

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La quarta edizione della Settimana della Cucina Italiana nel mondo 2019, in programma dal 18 al 24 novembre, ha come tema “Educazione alimentare: cultura del gusto”. I Love Italian Food organizza un evento imperdibile a New York #istandwithmadeinitaly

Un pomeriggio dedicato ai ristoratori e ai professionisti del food service, che si terrà mercoledì 20 novembre presso il prestigioso Institute of Culinary Education di New York. Un evento organizzato insieme all’Associazione Italiana Chef New York, con la partecipazione dei Consorzi di tutela dell’Asiago, del Pecorino Romano, del Pecorino Sardo, del Gorgonzola, del Pecorino Toscano, della Camera di Commercio Italiana di New York ed in partnership con Authentico, Sogno Toscano, Montanari & Gruzza, Pentole Agnelli e Urbani Truffle. Oltre che con il supporto mediatico de La Cucina Italiana, tornata di recente sul mercato statunitense e dei nostri cugini di Dissapore.

Lo scopo dell’iniziativa è quello di difendere i nostri prodotti facendo affidamento al nostro patriottismo enogastronomico e far capire, attraverso una pratica lezione sul food cost, che la qualità rimane la vera convenienza che sta alla base della nostra cucina, la cifra che accomuna il nostro passato, presente e futuro a tavola. Ci sono molte ipotesi sul perché gli USA stiano applicando dazi sui principali formaggi italiani DOP, ma a prescindere da quale sia la risposta giusta, i produttori lattiero caseari italiani hanno comunque poco a che fare con gli aiuti dati ad Airbus dalla Comunità Europea.

L’appuntamento si articolerà su più momenti, con il contributo di esperti e opinion leader del nostro comparto food. Ad aprire le danze, Federico Tozzi, segretario generale dell’Italy-America Chamber of Commerce of New York che darà una fotografia del mercato statunitense, ad un mese dall’entrata in vigore dei dazi. Seguirà l’intervento di Alessandro Schiatti, socio fondatore di I Love Italian Food che spiegherà il perchè di #istandwithmadeinitaly. A dargli supporto Michele Casadei Massari, chef e founder di Lucciola NYC, con una simulazione pratica di food cost, spingendo i ristoratori a non rinunciare ai prodotti originali. Sarà poi la volta dei contributi dei rappresentanti dei Consorzi di tutela sostenitori dell’iniziativa: Marco Invernizzi per il Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola DOP, Marco Forte per il Consorzio del Pecorino Toscano DOP, Gianni Maoddi porterà il punto di vista del Consorzio per la tutela del Pecorino Romano, e ancora Luca Cracco per il Consorzio di tutela del Formaggio Asiago DOP e Annalisa Uccella, a nome del Consorzio di tutela del Pecorino Sardo DOP.

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I contributi daranno poi spazio al mondo degli imprenditori e distributori con il nostro partner Sogno Toscano, mentre a sensibilizzare dal punto di vista della comunicazione sarà Sabina Montevergine, giornalista de La Cucina Italiana. Prezioso anche l’intervento di Giuseppe Coletti, founder di Authentico, partner di I Love Italian Food nella tutela e nella promozione del made in Italy originale per contrastare l’Italian Sounding e la contraffazione delle nostre eccellenze agroalimentari.

A chiudere i talks rappresentanti di spicco dell’Associazione Italiana Chef NY: Fabrizio Facchini, chef e membro del board dell’Associazione e Francesco Panella, ormai volto simbolo del made in Italy e recentemente nominato Global Communication Director dell’Associazione. Entrambi porte-ranno il punto di vista dei ristoratori, degli imprenditori del settore, perché se i consumatori potrebbero smettere di prendere gli autentici prodotti italiani dagli scaffali dei supermercati, i ristoratori devono invece continuare a raccontare la nostra cucina, la nostra terra e la nostra cultura, proprio attraverso i nostri prodotti tipici, trasformando questa possibile criticità in un valore distintivo, nella scelta di campo definitiva, #iostocolmadeinitaly

A chiudere l’evento una degustazione in purezza dei prodotti 100% italiani versus i prodotti “fake” d’oltreoceano, al fine di compararne sapori, consistenza, colori e odori. Un confronto da cui, per inciso, siamo sicuri di uscire vincitori.