Il Parmigiano Reggiano nel mirino del Nutriscore: la lettera scarlatta è la D

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Parmigiano Reggiano e altri formaggi DOP messi a rischio dal Nutriscore. Quali saranno i danni per il sistema Paese e per i consumatori?

I formaggi DOP/IGP rappresentano un comparto strategico per il Made in Italy , che vanta 55 prodotti caseari  a denominazione, per un valore di 4,2 miliardi di euro alla produzione, l’equivalente del 57% della dop economy. Insomma, se l’Europa approvasse il Nutriscore, verrebbe penalizzato sia il consumatore che il sistema Paese, nelle sue tradizioni millenarie che non ha pari nell’Unione Europea. Il Nutriscore potrebbe disincentivare il consumo di alimenti che se ben bilanciati in una dieta equilibrata rappresentano ingredienti raccomandati, oltre ad essere componenti fondamentali per i piatti iconici italiani, che rischiano di essere privati dell’ingrediente cardine.

Stando ad un’indagine di Ipsos per l’Osservatorio Waste Watcher International, per 3 consumatori su 4 le informazioni contenute in etichetta sono decisive per le scelte di acquisto e 4 persone su 10 rinuncerebbero a prodotti sconsigliati dal colore in etichetta. Indagine svolta su un campione di settemila cittadini tra Stati Uniti, Russia, Canada, Regno Unito, Germania, Spagna e Italia, il che la dice lunga su come ormai il cittadino globale sia sempre più attento alle informazione relative ai prodotti da scegliere.

Il Consorzio dice NO

A settembre 2020, il Consiglio d’Amministrazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano ha deliberato che il Nutriscore non potesse comparire sull’etichetta del formaggio. A marzo di quest’anno, si è reso necessario un incontro tra Consorzi, produttori, nutrizionisti e chef promosso da Afidop, per difendere i formaggi DOP e, in generale, la sana alimentazione, in un momento che, oltre a risentire ancora dell’emergenza sanitaria Covid-19, vede il settore alimentare messo a dura prova dal conflitto tra Russia e Ucraina. È stata l’occasione per rivolgersi in maniera diretta al Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, che è d’accordo sulla natura fuorviante del Nutriscore: “È un sistema che non informa, ma che punta solo a condizionare il consumatore”.


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Perché il Nutriscore penalizza il formaggio?

Sono tanti i formaggi simbolo del Made in Italy alimentare messi a rischio dall’etichetta a semaforo, come l’Asiago DOP, il Taleggio DOP, Pecorino Romano DOP, Gorgonzola DOP. Classificati con il colore arancione e la lettera D, in una scala colorata, da verde scuro a rosso, e con delle lettere, da A a E, per indicare quanto un alimento sarebbe sano o da evitare. Questo perché il metodo su cui si basa il Nutriscore non tiene conto del contenuto strategico di calcio, acidi grassi e vitamine, nonché di vitamine e amminoacidi essenziali, importanti per una sana alimentazione. Ma solo perché valuta la presenza di grassi saturi. Si basa infatti su un algoritmo che prende in considerazione la salubrità di un alimento per una quantità standard di 100 gr di prodotto e non della quantità contenuta in una singola porzione. In questo modo l’informazione che diffonde l’etichetta a semaforo è pericolosamente fuorviante e paradossale. Persino una bevanda edulcorata come la Coca Cola Light risulta più salutare del Parmigiano Reggiano. A rischiare sono molti prodotti, inseriti a pieno titolo nella Dieta Mediterranea, come latte, yogurt e formaggi fermentati, che sono stati avvalorati da numerosi studi scientifici proprio per le proprietà antinfiammatori dei lipidi in essi contenuti.

I 10 Piatti italiani penalizzati dal Nutriscore

AFIDOP, l’Associazione dei Formaggi Italiani DOP, ha stilato una lista di 10 ricette simbolo della cucina italiana che rischierebbero di scomparire dalle nostre tavole in base al Nutriscore:

  1. Caprese con Mozzarella di Bufala Campana DOP
  2. Risotto radicchio e Gorgonzola DOP
  3. Spaghetti al pomodoro e Parmigiano Reggiano DOP
  4. Riso al Salto e Zucca con Grana Padano DOP
  5. Cacio&Pepe con crema di fave e Pecorino Romano DOP
  6. Tortelli all’Asiago DOP e funghi porcini
  7. Acquacotta Maremmana con Pecorino Toscano DOP
  8. Schisòla con Taleggio DOP
  9. Finocchi al gratin di Fontina DOP
  10. Crescia e prosciutto con Casciotta d’Urbino DOP

Queste ricette sono state condivise attraverso una campagna social che mette al centro 10 piatti iconici italiani “SENZA” in cui il formaggio è ingrediente distintivo, promossa da AFIDOP ed i Consorzi di tutela dei Formaggi a Denominazione Protetta con l’hashtag  #ConIFormaggiDOPeIGP a partire dal15 marzo.

Non è possibile allontanare i consumatori dai formaggi e dai simboli della Dieta Mediterranea, e non solo per una questione di tradizione gastronomica, ma per il valore del cibo e del suo impatto sull’economia e sul Made in Italy nel mondo. Occorre che la politica agroalimentare italiana dia la giusta importanza alle produzioni di valore, non c’è tempo da perdere.


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