Ecco le 3 tendenze alimentari che faranno la differenza tra vendere o non vendere?

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Essere in grado di comprendere le tendenze alimentari del 2020 e modificare la propria strategia può significare resistere sul mercato globale e imporsi sulla concorrenza

Jeff Bezos, fondatore di Amazon ha detto che ogni azienda, compresa la sua, ha mediamente 5 anni di vita, questo significa innovare continuamente per sopravvivere.

Prendiamo spunto da alcune considerazioni di Laura Gurski, senior managing director di Accenture, dove suggeriva 3 elementi chiave per comprendere i trend del food necessari per la sopravvivenza delle aziende del settore agroalimentare, in uno scenario sempre più mutevole e competitivo.

Mentre il terreno continua a muoversi sotto i nostri piedi, i produttori di cibo di successo saranno quelli che riusciranno a comprendere le tendenze alimentari ed impiegare il valore delle nuove tecnologie digitali in rapida evoluzione come la blockchain, e concentreranno gli sforzi sulla costruzione o ridefinizione della capacità della propria azienda di essere rilevante per milioni di persone.

Riuscire ad ottenere questo consenso sarà la formula del successo e della sopravvivenza nell’immediato futuro.
Da dove cominciare? Ecco le tre principali tendenze alimentari del 2020:

1) Andare oltre il prodotto

Oggi i marchi del food stanno ripensando al modo in cui loro e i loro clienti interagiscono attraverso un numero sempre crescente di punti di contatto e di relazioni. Allontanandosi dal prodotto tradizionale e dal pensiero esclusivamente commerciale, stanno reinventando l’intera esperienza alimentare enfatizzando il contenuto incentrato sul consumatore e sulla comunità costruita attorno al marchio.

Una strategia di coinvolgimento è, ad esempio, la creazione di ricette. Molte aziende hanno adottato questa strategia ma si sono affidati a degli chef. Le ricette dei grandi chef, soprattutto se stellati, se da un lato conferiscono prestigio al brand, spesso non creano empatia perché difficili da realizzare.
Alcune aziende alimentari creano contenuti web di grande rilevanza, anche attraverso la preparazione di piatti con i loro prodotti, in modo semplice, promuovendo ricette di facile realizzazione attraverso i loro canali online e offline. Ciò crea un senso condiviso di comunità attorno al marchio dove i clienti sono invitati a partecipare attivamente condividendo feedback, idee e soprattutto ricette personali che verranno pubblicate o ovviamente condivise attraverso i social. È un riflesso del fatto che i consumatori moderni, quando sentono una reale affinità con lo scopo di un marchio, vogliono dare una mano. Sanno che il modo migliore per ottenere ciò che vogliono da un brand è quello di essere coinvolti direttamente in ogni fase della catena del valore, dalla progettazione del prodotto in poi (co-creazione).

Per premiare i consumatori per la loro lealtà è necessario che le aziende pensino al di là dei soli vantaggi monetari. Attingendo a questo desiderio di partecipazione attiva, i marchi possono beneficiare di una base di clienti più coinvolta, portando con sé nuove idee che possono alimentare l’innovazione e lo sviluppo del prodotto in futuro.

2) Aumento dei consumi consapevoli e aziende capace di identificarsi con i valori dei consumatori moderni

Un significativo cambiamento culturale ha reso la sostenibilità un valore non più trascurabile. La sostenibilità ambientale è in cima all’agenda dei consumatori ed è una tendenza che continuerà a crescere nei prossimi 12 mesi. Una fascia sempre crescente di acquirenti di prodotti alimentari vogliono ridurre il loro impatto ambientale sul pianeta (footprint) e stanno pensando in modo molto più critico al modo in cui i loro prodotti vengono realizzati e confezionati. Stanno facendo scelte ponderate per acquistare da aziende che rappresentano qualcosa di più grande di quello che vendono e che hanno maggiori probabilità di identificarsi con quelle che riflettono i loro valori e credenze. Etica, trasparenza e sostenibilità nelle aziende di cibo stanno sostituendo la fiducia indotta storicamente nei consumatori dai grandi brand attraverso la comunicazione pubblicitaria tradizionale.

Alcuni produttori hanno colto i segnali e stanno rispondendo. Taluni con dei packaging più sostenibili e naturali, altri adottando soluzioni di tracciabilità della filiera agroalimentare che consentono al cliente di scoprire la storia del prodotto, ovvero di visualizzare la rintracciabilità dalla forchetta-al-campo di provenienza della materia prima.
Grazie alle nuove tecnologie e agli smartphone, le aziende alimentari, non solo possono ottenere nuove informazioni sul comportamento dei clienti, ma possono anche fornire suggerimenti in modo personalizzato.

3) Operazione nostalgia

Il cibo è più del nostro fabbisogno nutritivo. Vogliamo tutti mangiare sano e vivere bene. Ma non dimentichiamo che il cibo è una grande fonte di piacere. L’essere intransigenti si contrappone, in alcune fasi, all’essere indulgenti. I consumatori, sempre più consapevoli della salubrità del cibo che scelgono di acquistare, sanno altresì l’importanza di lasciarsi andare e trattarsi bene di tanto in tanto.
La nostalgia gioca un ruolo fondamentale in questo fenomeno. Il cibo è irrevocabilmente attaccato alla memoria. Anche in una cultura sempre più ossessionata dal benessere, molti consumatori acquistano ancora i cibi che hanno mangiato da bambini perché la connessione al piacere e alla felicità è stata stabilita e non si è mai interrotta da allora. Molto probabilmente daranno questi prodotti nostalgici ai propri figli, nonostante riconoscano di essere troppo accondiscendenti.

I marchi più intelligenti sapranno usare questa nostalgia in modo efficace, soprattutto in tempi incerti quando i consumatori in crisi guardano al passato per cercare conforto. La nostalgia non deve essere un fenomeno completamente organico. Se fatto bene, le aziende possono guidarlo e integrarlo nel marketing del brand. Ferrero, ad esempio, utilizza questa comunicazione per il suo famoso brand Nutella sui canali social in modo efficace, attirando grandi e piccini e adottando un approccio nostalgico, focalizzato al marketing esperienziale.

È importante riconoscere che la relazione nostalgica con il cibo differisce in tutto il mondo. I marchi alimentari globali sanno bene che i gusti variano enormemente in base alla geografia: ricette famose che evocano ricordi felici in una cultura non possono essere semplicemente trapiantate in un’altra. Lo sa bene McDonald’s il cui successo internazionale per così tanti anni è stato supportato dal suo approccio altamente adattivo a menu, ingredienti e strategie aziendali in diverse aree geografiche, come l’uso di diversi tagli e tipologia di carne nei suoi hamburger, ingredienti e ricette differenziate appunto per soddisfare le preferenze locali.

Queste tendenze alimentari sono già in essere, non abbiamo tempo di riflettere sulla priorità da assegnare. Innovare è l’unica strategia per sopravvivere al mercato che cambia continuamente. Jack Ma, fondatore di Alibaba, ripete spesso che bisogna riparare il tetto prima che si rompa e bisogna farlo quando c’è il sole e non durante la tempesta come fanno in molti.
La misura dell’efficacia della visione di un imprenditore risiede nella capacità di saper cambiare quando va tutto bene.