Benessere e ambiente, rivoluzione o moda passeggera?

Boom alimenti vegetali sulle tavole degli italiani, benessere e ambiente si uniscono, mentre secondo una ricerca di YouGov per Readly il 29% degli italiani dichiara di non aver mai consumato un pasto privo di carne e pesce.

Benessere e ambiente i nuovi driver di consumo sostenibile segnano il periodo post covid. Il Gruppo dei prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food a fine luglio e il Rapporto Coop a inizio settembre chiariscono bene quanto dieta sostenibile e tutela dell’ambiente vadano di pari passo. A partire dalle scelte alimentari si può dare un contributo per ridurre l’impatto sulle risorse disponibili e questo incide molto sulla spesa degli italiani che hanno maturato forte consapevolezza sulla gravità delle condizioni in cui versa l’ambiente.

 

Tendenza a scegliere i cibi vegani

Sono quasi 5 milioni di italiani, tra vegetariani e vegani (rispettivamente 6,7% e 2,2% della popolazione secondo dati Eurispes di inizio 2020) ma ad aumentare il consumo di frutta, verdura, e anche di alimenti a base vegetale sono circa 22 milioni di persone in Italia.

Il termine che meglio li identifica è flexitariani, cioè le persone che, pur non rinunciando al consumo di carne e pesce, hanno deciso di ridurre il consumo di proteine in favore di prodotti veg all’interno della propria dieta.

Da un’indagine condotta da YouGov per Readly, sulla base di 1.079 interviste a cittadini italiani di età superiore ai 18 anni, tra il 12 e il 14 marzo 2021, l’81% del campione afferma di sapere qual è la differenza tra cibo vegetariano e vegano, ma solo il 29% dichiara di non aver mai consumato un pasto privo di carne e pesce. Percentuale che sale al 37% tra gli uomini sopra i 60 anni, compensata dal 14% dei quarantenni che dichiara di seguire quotidianamente una dieta vegana o vegetariana.

 

Aumentano le pretese anche nei confronti della filiera

A condizionare la scelta degli italiani per conciliare benessere e ambiente è determinante anche l’azienda da cui acquistare. Ci sono delle caratteristiche fondamentali richieste dai consumatori attenti all’ambiente, come l’impiego di fonti energetiche rinnovabili e l’utilizzo responsabile delle risorse, ma anche la produzione sul territorio nazionale.

Gli italiani nutrono aspettative precise rispetto alle azioni che la filiera agroalimentare dovrebbe intraprendere in futuro per ridurre l’impatto delle loro attività sull’ambiente. Si aspettano che il settore agricolo riduca l’uso dei pesticidi e delle sostanze chimiche; che negli allevamenti ci siano maggiori garanzie sul benessere degli animali; che non si utilizzino OGM e maggiore conversione al biologico.


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La ricerca Readly

Readly, nella ricerca YuoGov, per approfondire le motivazioni della diffusione del plant based, rivela che a vincere è la “scelta di benessere” (35%, la più alta d’Europa). Al secondo posto ci sono le “convinzioni animaliste” (12%), mentre solo al terzo le “ragioni ambientali” (7%).

Non è semplice sapere in maniera precisa quanti consumatori abbiano abbracciato la scelta di aumentare il consumo di frutta e verdura e in che modalità. Ad ogni modo, le aziende stanno puntando maggiormente sulla ricerca e sviluppo per proporre al consumatore un’offerta convincente anche dal punto di vista gustativo.

La consapevolezza che quello che mangiamo ogni giorno impatta sulla nostra salute, ma anche sull’ambiente, conduce consumatori ed aziende a rivedere le proprie abitudini. Possono i piccoli gesti, se condivisi globalmente, selciare la strada del cambiamento?


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