La commissione europea ha di recente reso nota la definizione di un sistema a tre livelli di rischio, necessaria alla definizione e al raggiungimento degli obiettivi dell’EUDR. Il sistema di benchmarking di fatto scandisce nuovi equilibri commerciali globali anche se all’orizzonte ci sono semplificazioni e, addirittura, qualcuno sospetta un nuovo rinvio dell’entrata in vigore prevista per fine anno.
Parola chiave: semplificazione!
Secondo le direttive aggiornate del 15 aprile, integrate da FAQ e Guidance ufficiali, le misure introdotte puntano a snellire gli adempimenti di due diligence (dovuta diligenza) per le imprese—specialmente importatori, torrefattori e operatori della supply chain:
- Dichiarazioni annuali
Le DDS (Due Diligence Statements) possono ora coprire l’intero anno anziché essere presentate per singola spedizione o lotto - Riutilizzo DDS su reimportazioni
In caso di merci reintrodotte sul mercato UE, si può riutilizzare una dichiarazione già presentata, evitando duplicazioni - Rappresentante autorizzato unico
Un rappresentante ufficiale può inviare DDS per conto di un intero gruppo societario, snellendo la filiera amministrativa. - Semplificazioni per operatori a valle
Aziende downstream (es. torrefattori) possono fare riferimento ai DDS già emessi dai propri fornitori, senza rifare tutto da capo.
L’impatto operativo di queste semplificazioni, secondo la Commissione Europea è una riduzione delle complessità stimata del 30‑35 % per gli operatori di settore.
Benchmarking Rischio Paesi
È dal 22 maggio del 2025 che si discute dell’attesissimo sistema di benchmarking dell’EUDR, che fa tremare gli equilibri – già zoppicanti – del commercio internazionale. La commissione europea ha, difatti, pubblicato la classificazione del rischio per paese, previsto dal Regolamento UE sulla deforestazione – o EUDR.
Il sistema di benchmarking dell’EUDR si compone di una lista completa di tutti i paesi del mondo; ogni paese è stato classificato un rischio specifico per materia prima classificato in tre livelli: low, standard, high.
L’introduzione di questo sistema permette ai paesi classificati come a basso ischio d’essere soggetti ad un numero contenuto di controlli. In questo senso, sono più attraenti per quegli importatori e quegli imprenditori che cercano di snellire il peso burocratico delle normative e l’eccessiva esposizione attraverso audit e rendicontazioni.
Come funziona il Sistema di Benchmarking UE per l’EUDR
Il sistema di benchmarking che sta rivoluzionando un nuovo e stratificato panorama commerciale permette – e permetterà – ai paesi a basso rischio di effettuare una due diligence semplificata; in questo caso, i paesi membri dell’UE saranno tenuti ad ispezionare solo l’1% delle operazioni dichiarate.
Invece, per i pesi a rischio standard e a rischio elevato, l’obbligo è di effettuare una Due Diligence completa – che include geolocalizzazione, verificata della legalità e azioni di mitigazione dei rischi. In questo caso, la percentuale d’ispezioni da parte degli stati membri dell’EU supera l’1%, e sarà del 3% per i paesi a rischio standard e del 9% per i paesi ad alto rischio.
Dunque, ricapitolando:
I paesi a basso rischio potranno avere, dinanzi a sé, una corsia preferenziale:
– Due Diligence semplificata: raccolta di informazioni di base senza valutazione obbligatoria del rischio
– Controlli ridotti al minimo: solo l’1% delle operazioni viene ispezionato dalle autorità UE
– Vantaggi competitivi: costi normativi ridotti e maggiore attrattività per gli importatori
I paesi a rischio standard, tra i quali si trovano i maggiori produttori di materie prime saranno soggetti a:
– Due Diligence completa: valutazione del rischio obbligatoria e misure di mitigazione
– Controlli intensificati: il 3% delle operazioni sotto controllo
– Maggiori oneri normativi: costi di conformità più elevati ma accesso garantito al mercato UE
Sorprendentemente, paesi come Brasile e Indonesia, storicamente associati a elevati tassi di deforestazione, rientrano in questa categoria piuttosto che in quella ad alto rischio.
Gli unici paesi ad alto rischio – Bielorussia, Myanmar, Corea del Nord e Russia – saranno tenuti ad effettuare:
– Controlli serrati e massimi: il 9% delle operazioni ispezionate
– Due Diligence rigorosa: misure di mitigazione praticamente obbligatorie
– Sanzioni aggiuntive: restrizioni del Consiglio di Sicurezza ONU o dell’UE
Di seguito una tabella riepilogativa per i vari paesi coinvolti nell’esportazione del caffè, divisi tra basso rischio e rischio standard.
Una pioggia di critiche
Come già si pensava, all’indomani della pubblicazione del sistema di benchmarking proposto dalla commissione europea molte critiche sono state sollevate – tra gli esperti ambientali, principalmente, e non solo.
In molti hanno rilevato delle contraddizioni preoccupanti, in questo sistema di classificazione del rischio; in particolare Earthsight, organizzazione di monitoraggio ambientale, ha evidenziato che i quattro paesi indicati come a rischio elevato rappresentino solo lo 0,07% delle importazioni UE di materie prime rilevanti.
Questa sproporzione è esemplare rispetto agli interrogativi sollevati in termini di efficacia del sistema nel contrastare effettivamente la deforestazione globale. è stato sottolineato come paesi a tasso elevato di deforestazione, come Indonesia, Brasile o Vietnam, beneficino di controlli meno stringenti rispetto alle loro prestazioni ambientali. Ciò si considera soprattutto guardando alle materie prime maggiormente importate in UE. Si pensi al legno, al cacao, all’olio di palma, al caffè, alla soia, alla gomma e alla carne bovina.
L’impatto sui mercati e le proiezioni
Il nuovo sistema sta già causando modifiche tra le dinamiche commerciali concernenti le principali commodities sotto la lente d’ingrandimento dell’UE. Gli imprenditori europei privilegiano – e agevoleranno ancora di più – i paesi fornitori classificati come a rischio basso – per ridurre il carico burocratico e rischi di controllo.
Ciò è importante per il caffè, dove in paesi come il Vietnam (che rappresenta il 23,5% delle importazioni UE di caffè verde) stanno recependo vantaggi competitivi significativi.
Se da un lato gli esportatori dai paesi classificati come a rischio basso o standard hanno tirato qualche sospiro di sollievo, dall’altro, invece, gli esportatori provenienti dai paesi ad alto rischio si trovano ad affrontare un’enorme sfida, che li sta esponendo a numerose complessità. Sono svantaggiati, indubbiamente, e chi acquista da questi richiede la tracciabilità delle materie prime già in fase precontrattuale.
Adattarsi al nuovo panorama
In questo panorama complesso di cambiamento, esportatori ed importatori sono tenuti a modificare i propri equilibri interni, anche. Gli esportatori devono munirsi di solidi sistemi di tracciabilità ed investire nelle collaborazioni con partner specializzati come Authentico Blockchain che offre una soluzione integrata per la tracciabilità della filiera del caffè in blockchain e la gestione della Due Diligence automatizzata con il sistema europeo Traces.
Le frontiere di un rinnovato mercato che potrebbero basarsi su una scala del rischio
Il sistema di benchmarking dell’EUDR cambierà le carte in gioco, sicuramente. Nel commercio globale, inoltre, è sempre più evidente quanto le prestazioni ambientali stiano diventando dei fattori competitivi più che decisivi.
L’implementazione dell’EUDR continuerà a caratterizzare i prossimi mesi; forse, il modello di benchmarking verrà ancora rivisto e modificato, data la necessità di completezza e equità che si pretende da questo Regolamento.
Tuttavia, una cosa è chiara: la sostenibilità ambientale non è più una scelta e non è più procrastinabile. Se gestita con gli strumenti più adatti e la giusta vision, da minaccia diventa opportunità, una leva competitiva per distinguersi dai competitor.
Per una Guida Pratica Completa sull’EUDR leggi questo articolo.
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