Prosecco vs Prosek, Italia e Francia alleate contro il “nemico” Europa

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Il Prosecco sotto attacco dopo il primo via libera della Commissione europea al Prosek croato. Alleanza Francia-Italia per contrastare le imitazioni e l’italian Sounding. La battaglia è appena cominciata…

Era lo scorso luglio quando l’Italia si indignava per la richiesta da parte della Croazia di dare avvio alla procedura di riconoscimento della menzione tradizionale Prosek, con la chiara intenzione di giocare sull’assonanza al Prosecco, per generare confusione attraverso la pratica dell’Italian Sounding. A distanza di due mesi l’Unione Europea ha ritenuto ammissibile la domanda sollevata dalla Croazia per ricevere la protezione geografica. Dopo «Gli argomenti sul tema del Prosek croato esposti oggi al Commissario Ue per l’Agricoltura dalla Regione Friuli Venezia Giulia, unitamente al Governo e alla Regione Veneto, hanno aperto la strada a una rivalutazione più approfondita della questione”

La barricata italiana

Non tardano le accese reazioni del governo italiano. Durissime le parole di Gianmarco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole nel governo di Mario Draghi: “È assurdo, siamo stupiti, perplessi, basiti. Tutte le persone che ho sentito in questi giorni e ore stanno dicendo che così facendo si apre all’italian sounding, viene data la possibilità di essere riconosciuti a tutti quei prodotti che sfruttano la qualità delle tipicità italiane con nomi evocativi.

Le eccellenze alimentari sono tutte tutelate dall’Ue, i marchi sono tutti tutelati, ma ora dalla stessa Unione aprono una falla che rischia di ripercuotersi su tutte le eccellenze alimentari europee, come lo champagne, ma anche il Parmigiano Reggiano, l’aceto balsamico, caso scoppiato nelle scorse settimane. Se si dà il via libera a questa deriva, finisce che tutti prodotti di qualità vengono danneggiati, e viene meno la peculiarità di produrre prodotti che sono soggetti a certificazioni e controlli. Se si può produrre Prosecco e Prosek, allora sono molto preoccupato”.

Gioie e dolori

Non si fa in tempo a festeggiare per la sentenza della Corte Europea nel caso dello Champanillo, che già ci ritroviamo in una situazione di minaccia. La scelta della Commissione (che non è un via libera, ma solo l’apertura alla domanda di registrazione e quindi alle osservazioni in merito) ha provocato una nota del Ministero delle Politiche agricole che giudica “sbagliata” la decisione. Di “posizione incoerente e ai limiti della follia, che andrebbe contro le denominazioni europee, anziché a tutela”, parla la Cia-Agricoltori Italiani. Mentre Confagricoltura sottolinea che “non ci tranquillizza affatto quello che la Commissione dice: non si tratta di omonimia e che non vi è alcun rischio di confusione da parte del consumatore”. Quanto accaduto è definito come “sconcertante” da Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, che vede «concretamente minacciati l’impegno e la fatica dei viticoltori”.

Minaccia all’export italiano

Unione italiana vini ricorda che sono oltre 620 milioni le bottiglie prodotte, di queste, 370 milioni sono esportate, il mercato vale due miliardi di euro di cui un miliardo all’estero (il 16% sul totale). La domanda estera di vino italiano è trainata essenzialmente dal Prosecco che vale il 65% dell’intero export a volume del segmento spumanti. Il Prosek potrebbe generare confusione e usufruire dell’assonanza per sottrarre fette di mercato all’Italia. È inammissibile. Il Sottosegretario Centinaio cerca alleati: “Metteremo a punto una strategia per andare in Ue, decisi a far valere le nostre ragioni. Troveremo poi alleati fra Paesi europei che possono correre gli stessi rischi e che sono più soggetti alle imitazioni, quindi in primis la Francia”.

Per Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco Doc “la faccenda non è affatto conclusa, abbiamo 60 giorni per le nostre osservazioni”.

Saranno giorni concitati, ma il messaggio deve essere chiaro: giù le mani dal Prosecco!


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