Dalla mozzarella, alla pizza, fino ai Maneskin, che hanno trionfato all’Eurovision Song Contest, tre successi italiani, che uniti in un unico spot, hanno creato la tempesta perfetta, un mega tarocco Italian sounding…
Più sono i successi e più aumentano le imitazioni. Potrebbe essere da una parte lusinghiero, ma come dato di fatto resta che a tutto c’è un limite, e la Lettonia potrebbe essersi superata. Per una campagna pubblicitaria di un brand di mozzarelle, in un colpo solo vengono sfruttati e manipolati tre simboli del Made in Italy: mozzarella, pizza e Maneskin, la band italiana all’apice del successo in Europa dopo aver trionfato all’Eurovision Song Contest. Per raccontare l’italianità dei due prodotti italiani tra quelli più famosi, è stata utilizzata un’immagine con i sosia dei quattro componenti della band, zero scrupoli di sfruttare l’Italian sounding in tutti i sensi, alimentare e musicale.
“Tik labi ka italija frormagia mokarellas siers padara visu labaku…. pat saldetu picu”, tradotto: “La mozzarella Formagia buona come quella italiana rende tutto speciale…. Anche la pizza surgelata”, recita infatti il claim della campagna dell’azienda lettone che vede i simil-Maneskin gustare con le mani uno dei simboli mondiali del Made in Italy.
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Come andrà a finire?
I Maneskin, qualora volessero, potrebbero certamente agire per vie legali e chiedere che l’immagine utilizzata venga rimossa dalla campagna pubblicitaria, poiché rappresenta una violazione del diritto allo sfruttamento economico dell’immagine. Ma si entra comunque in un altro ambito, l’immagine della band è stata utilizzata nella pratica commerciale scorretta dell’Italian Sounding.
Commenta Davide Ciliberti, spin doctor del gruppo di comunicazione Purple & Noise “E’ l’apoteosi del tarocco pubblicitario. Un’immagine che in un colpo solo mistifica la nostra mozzarella, la nostra pizza e la band italiana del momento nel mondo, ovvero i Maneskin, che da un lato possono – magra consolazione – compiacersi di essere davvero un fenomeno internazionale. Talmente di moda persino in Lettonia dove scaltri pubblicitari locali hanno deciso di sfruttare la loro immagine utilizzando dei sosia, cosa che neanche ai Beatles accadde”.
Ancora una volta il cibo italiano è oggetto di imitazione
Proprio in concomitanza dei festeggiamenti dei 40 anni del Consorzio di Tutela per la mozzarella di Bufala campana DOP, la contraffazione del Made in Italy (che costa alla nostra economia ben 100 miliardi di euro all’anno), balza nuovamente alla cronaca. Il Consorzio punta molto sulla tracciabilità e sulla vigilanza, dopo aver constatato l’aumento della fake-mozzarella in Italia e all’estero. Nel corso del 2020, sono stati individuati e analizzati circa 3.500 link con un riferimento al marchio e alla Mozzarella di bufala campana Dop. Più di otto violazioni su dieci sono state riscontrate dal Consorzio tra i vari marketplace (47%) e siti e-commerce (36%). Un canale particolarmente “prezioso” per queste attività illecite però è quello dei social media, che permettono da un lato la promozione dei prodotti contraffatti, e dall’altro la vendita diretta attraverso i marketplace; in totale il 31% delle potenziali violazioni esaminate è avvenuta su un social, con Facebook e Instagram in testa.
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