Cosa non puoi perderti a Firenze

COSA NON PUOI PERDERTI A FIRENZE

Culla del Rinascimento e patrimonio storico e artistico, ma anche buon cibo. Cosa non puoi perderti a Firenze?

Non solo bistecca alla fiorentina, ma piatti tipici di una tradizione gastronomica eccellente, una città non  solo bella da vedere, ma buona da mangiare! Tra i piatti tipici di Firenze ne abbiamo selezionati alcuni che assolutamente vanno assaggiati! Ecco cosa non puoi perderti a Firenze

1. La schiacciata fiorentina salata o dolce

Lo street food fiorentino è uno dei più goduriosi che si possano provare, e il merito di questo primato è attribuibile alla schiacciata fiorentina, salata o dolce che sia. La ricetta originale della schiacciata di Firenze consisteva in un impasto sottilissimo composto di acqua e cereali vari, che veniva cotto sulle pietre  arroventate. Questa ricetta è stata ripresa più volte nel corso della storia. Si dice che siano stati gli Egizi ad avere l’idea di aggiungere il lievito e, poi, i Romani a sostituire il mix di cereali con il frumento. Durante il Medioevo si passò alla cottura in forno e nel periodo del Rinascimento venne l’idea di farcirla.

Il sapore gustoso della schiacciata è opera della lavorazione dell’impasto che prevede la tecnica della digitazione a mano, ossia una tecnica che conferisce dei fori sulla superficie in modo che il famoso olio extravergine di oliva toscano, ingrediente essenziale della ricetta, penetri meglio al suo interno. L’aggiunta di chicchi si sale grosso poi, ne esalta il gusto.

Nella sua versione salata, la schiacciata viene, di solito,farcita con altre eccellenze tipiche toscane, quali salumi e formaggi. Mentre, nella sua versione dolce viene preparata aggiungendo all’impasto chicchi di uva da vino e viene sostituito lo zucchero al sale.

2. Lampredotto

Altro esempio di street food di Firenze  è il lampredotto, facilmente acquistabile nei vari chioschetti sparsi per la città di Firenze che tradizionalmente vengono chiamati “lampredottai”. Il lampredotto è un tipo di trippa, in particolare viene preparata utilizzando due parti dello stomaco del bovino, una parte più magra e una più grassa. Il tutto viene bollito, tagliato a pezzi e condito con sale e pepe o con una salsa, composta da acciughe, aglio, capperi, prezzemolo e uova. Questo tipo di trippa viene usata come farcitura di panini tipici, le semelle, e la parte superiore del panino viene infine bagnata con un po’ di brodo di cottura.

Le origini di questo piatto risalgono al Quattrocento, quando i ricchi fiorentini consumavano bistecche e i poveri erano costretti a comprare le parti più economiche e meno pregiate del bovino nelle botteghe dei macellai, nei pressi dell’Arno. Il nome lampredotto discenderebbe dalla lampreda, un tipo di anguilla che a quel tempo era molto popolosa nell’Arno.

3. Ribollita

La ribollita rappresenta una delle specialità da assaggiare nei ristoranti fiorentini. Sostanzialmente si tratta di una zuppa a base di diversi ingredienti, molti dei quali a scelta, mentre solo tre sono quelli basilari ed obbligatori perché essa rappresenti la ricetta originale della ribollita fiorentina: il pane, il cavolo nero e i fagioli cannellini.

Come la maggior parte delle ricette che provengono dall’antichità anche questa ha origini poveri e, in particolari, contadine. Infatti è anche conosciuta come la “zuppa toscana di magro dei contadini”.

La nascita di questa zuppa risale al Cinquecento, infatti, fonti scritte attestano la presenza sulla tavola dei fiorentini, di una zuppa preparata con alcuni degli ingredienti caratterizzanti la contemporanea ribollita: pane e cavolo nero. La ricetta fu inventata da Giovanni Del Turco, autore di diversi madrigali ed esperto di gastronomia impiegato presso la corte di Cosimo II de’ Medici.

Il nome moderno con cui è conosciuta questa zuppa, invece, non fa riferimento ad un ingrediente particolare che essa contiene ma indica un’azione che viene fatta durante la sua preparazione: il passaggio di far ri-bollire una seconda volta o più volte una zuppa preparata in precedenza.

4. Cantucci toscani

L’origine del cantuccio non è chiara. Il nome sembra che derivi da “cantellus”, in latino “fetta di pane”, un tipo di pane utilizzato dai soldati romani per sfamarsi durante le spedizioni militari. Tuttavia, quale che sia l’origine a partire dal Cinquecento questi biscotti vengono preparati nella corte dei Medici, anche se da quanto riportato non erano ancora arricchite dalle tipiche mandorle.

I cantucci sono dei deliziosi biscotti a fare di farina bianca, poco lievito, zucchero, miele uova e burro. Ingrediente essenziale sono le mandorle dolci sgusciate e inserite nell’impasto con la loro buccia. La loro forma è, invece, diagonale dovuta al fatto che l’impasto viene suddiviso in diversi filoncini, infornati e infine tagliati. Per gustare al meglio un Cantuccio è consigliabile inzupparlo nel Vin Santo, un vino simbolo della Toscana e di Firenze in particolare.

5. Trippa alla fiorentina

La trippa alla fiorentina è una delle ricette più conosciute della tradizione gastronomica del luogo.

Si narra che il luogo d’origine del piatto sia uno storico quartiere di Firenze, Porta San Frediano, dotato di grandi caldaie a legna dove veniva fatta bollire la trippa; dopo la cottura, veniva appesa con dei ganci e pulita. Il nome “trippa” proviene dai cosiddetti “trippai”, ambulanti che in passato vendevano la trippa che producevano su colorati carretti di legno spostandosi nei vari quartieri della città.

6. Pappa al pomodoro

La pappa al pomodoro è un piatto tipico della tradizione toscana contadina, inventata appositamente per riciclare il pane raffermo. I protagonisti assoluti di questo piatto sono il pane e la polpa di pomodoro: da tradizione il pane che si usa è il cosiddetto pane “sciolto”, ossia senza sale che comunemente viene fatto nelle case toscane. Il piatto viene cucinato facendo soffriggere aglio e basilico per poi aggiungere la polpa di pomodoro, precedentemente schiacciata con una forchetta, e lasciata cuocere lentamente per poi allungarla con dell’acqua o con del brodo di carne. Una volta cotta la polpa si lascia riposare, e prima di servirla si aggiunge il pane raffermo.

7. Bistecca alla fiorentina

La bistecca alla fiorentina rappresenta il simbolo della storia culinaria fiorentina. Si parla di “bistecca alla fiorentina” solo quando la carne ha determinate caratteristiche. Infatti la bistecca fiorentina deve essere rigorosamente di manzo, preferibilmente di Chianina; la bistecca deve comprendere la lombata, il filetto, il controfiletto e ovviamente l’osso nella classica forma a T; il peso deve essere compreso tra gli ottocento grammi e il chilo e duecento e cotta al sangue

La nascita di questo piatto si attribuisce alla famiglia De’ Medici che, si dice, in ricorrenza dei festeggiamenti per San Lorenzo il 10 agosto offrivano alla popolazione fiorentina dei quarti di bue arrostiti nelle piazze della città. Il nome, invece, deriverebbe dall’equivalente inglese di bistecca, “beef steak”, che sarebbe stato pronunciato per la prima volta da un gruppo di nobili inglesi che erano in città, il giorno dei festeggiamenti, per concludere affari con il Granducato fiorentino.


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8. Zuccotto fiorentino

Lo zuccotto fiorentino è uno dei dolci più antichi della cucina toscana ma, allo stesso tempo, è forse anche la pietanza che più è stata rivisitata nel corso degli anni. La tradizione vuole che questo dolce fosse stato creato da Bernaudo Buontalenti, che, si dice, abbia inventato il gelato, in onore di Caterina De’ Medici, e che fosse stato chiamato in origine “Elmo di Caterina”, perché la leggenda vuole che per fare i primi zuccotti fossero utilizzati gli elmi a disposizione dei soldati fiorentini.

In origine il dolce era composto da pan di spagna, bagnato in un liquore a base di alchermes, e farcito con una crema di ricotta e canditi. Oggigiorno, invece, il pan di spagna viene bagnato anche con altri liquori e la crema alla ricotta arricchita con gocce di cioccolato anziché canditi, oppure, addirittura sostituita con altro, come il gelato o una ganache al cioccolato.

9. Panzanella

La panzanella è un piatto a base di pane toscano raffermo e inumidito. L’origine del nome è doppia, perché alcuni pensano che derivi dall’unione di “pane” e “zanella” (in toscano “zuppiera), mentre altri da “Panzana”, nome destinato inizialmente alla pappa al pomodoro. La ricetta originale della panzanella deriverebbe dai contadini poveri che avevano l’abitudine di mischiare il pane secco e bagnato con altri ingredienti, principalmente le verdure dell’orto. Oggi il piatto è arricchito anche dall’aggiunta di proteine come le uova, il prosciutto o le acciughe.

10. Fagioli all’uccelletto

I fagioli all’uccelletto rappresentano un piatto a base di fagioli, rigorosamente cannellini, salsa di pomodoro e foglie di salvia. Quanto concerne l’origine del nome sono due le ipotesi: la prima riguarda i cosiddetti “uccelletti”, un altro piatto tipico della Toscana, che vengono conditi con la salvia così come i fagioli. Mentre, la seconda riguarda la somiglianza nel gusto con i fagioli che tradizionalmente accompagnano gli uccelletti cucinati dopo la battuta di caccia.


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