Cibo italiano autentico: nuova minaccia dall’ONU

Cibo italiano: nuova minaccia dall’ONU

Il cibo italiano autentico è di nuovo in pericolo per la risoluzione dell’ONU, che si riunirà per votare l’ etichetta a semaforo. Quali sono i rischi per il Made in Italy agroalimentare?

L’Onu minaccia ancora una volta il cibo italiano autentico. Il prossimo 13 dicembre, infatti, l’assemblea generale delle Nazioni Unite voterà una risoluzione sulle cosiddette “etichette a semaforo” e su nuove tasse per i prodotti agroalimentari ad alto contenuto di grassi, zuccheri, e sale.

Nel luglio di quest’anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’ONU avevano dichiarato che nelle diete era necessario ridurre i grassi saturi, il sale, gli zuccheri e l’alcol, il cui consumo potrebbe avere effetti dannosi per la salute. Questo al fine di limitare, entro il 2030, i casi di morte per diabete, cancro e malattie vascolari.

L’obiettivo potrebbe essere raggiunto inserendo, per alcuni prodotti, una tassazione simile a quella dell’alcol e del tabacco e apponendo sulle etichette alimentari degli “avvisi di pericolo”.

Dopo un lungo negoziato il pericolo sembrava evitato con un dichiarazione che salvava gli interessi del nostro paese, tutelando il cibo italiano autentico. A novembre, però, tutto è stato rimesso in discussione a causa di una risoluzione presentata da sette paesi, con in testa Brasile e Francia. Le misure proposte danneggerebbero pesantemente il cibo Made in Italy originale, in particolare i prodotti Dop e i prodotti Igp.

Tutto ciò a danno, ovviamente, dell’ export agroalimentare italiano, che nel 2017 ha superato la cifra record di 40 miliardi di euro. Non solo: in questo modo si favorirà sicuramente la diffusione del fenomeno Italian Sounding, a danno dell’immagine delle eccellenze alimentari del Made in Italy.

È assurdo pensare che da un lato le Nazioni Unite riconoscano e promuovano l’importanza della dieta mediterranea  e dall’altra ne affossino i prodotti alimentari simbolo, che rischiano di essere bollati come pericolosi per la salute. In Gran Bretagna, dove il 98% delle aziende usa l’etichetta a semaforo dal 2013, le vendite di molti prodotti italiani, come prosciutti e formaggi, sono crollate in maniera considerevole. Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e olio extravergine di oliva, per esempio, hanno sull’etichetta un bel bollino rosso!

In Francia, invece, il sistema di etichettatura Nutri-Score si basa sull’utilizzo di cinque differenti colori, dal verde intenso all’arancio intenso, assegnati agli alimenti in funzione sia del loro contenuto di nutrienti considerati positivi per la salute, sia del loro apporto di nutrienti da limitare.

Questa decisione rischia di bollare come negativi degli alimenti di elevata qualità e di grande valore nutrizionale, facendo dimenticare che non è il singolo alimento a determinare sovrappeso o rischi per la salute, ma sono piuttosto la qualità complessiva della dieta e lo stile di vita adottato dal consumatore.

Il problema, dunque, è che i consumatori interpretano il bollino rosso come un invito a non comprare, piuttosto che a consumare con moderazione. Per questo motivo è sbagliata l’impostazione della risoluzione Onu poiché punta sui divieti e sull’allarmismo, invece che sull’educazione e sulla consapevolezza. Il sistema di calcolo utilizzato è basato, infatti, su quantitativi di prodotto che in alcuni casi, come per l’olio extravergine d’oliva, sono altissimi e per questo danno risultati fuorvianti.


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Il Governo italiano si sta muovendo per evitare questo attacco al Made in Italy agroalimentare e all’ export dei prodotti italiani. La maggior parte dei paesi sembra, invece, favorevole a questo provvedimento in nome del salutismo. Ma è davvero questo il motivo?