“San Marzano Day”: una iniziativa contro il fenomeno Italian Sounding

Il “San Marzano Day” a difesa del famoso pomodoro campano, uno dei prodotti più imitati al mondo

Il 31 luglio è iniziata la raccolta del San Marzano. Per celebrare il pomodoro più famoso, l’azienda agricola DaniCoop, nota per il brand GustaRosso, ha organizzato il San Marzano Day. Una importante iniziativa, giunta alla seconda edizione, che quest’anno punta l’attenzione proprio sull’importanza di tutelare il pomodoro all’estero.

Oggi il pomodoro è diventato uno dei prodotti agroalimentari più diffusi al mondo per il suo uso versatile in cucina, ma è anche quello più colpito dal fenomeno Italian Sounding. L’origine italiana rappresenta per i consumatori esteri una garanzia di qualità e sicurezza alimentare e questo genera un’ingente domanda di prodotti agroalimentari italiani, difficile da soddisfare completamente.

Il pomodoro San Marzano ha origine a Sarno, a Ovest della Provincia di Salerno, dove nasce il fiume omonimo che attraversa tutta l’area di produzione, in contrada Ficocella. Oggi c’è l’imbarazzo della scelta tra le decine di varietà e i relativi trasformati, industriali o artigianali, ma un tempo, tra gli inizi e la metà del secolo scorso la prima azienda a metterlo nei barattoli di latta, “e buatte”, ed esportarlo fu lCirio.

Ma come si riconosce un San Marzano autentico? Dalla tipica forma allungata della bacca, leggermente schiacciata ai lati, innanzitutto, poi il sapore agrodolce, dalla “pelabilità” della buccia, dall’odore e oggi dalla provenienza, cioè se è o meno una Dop, Denominazione di Origine Protetta, dal 1996 riconosciuta dall’Unione Europea e tutelata dall’omonimo Consorzio.

La DOP dipende dalla coltivazione – afferma il presidente di DaniCoop, Edoardo Ruggiero – e non dalla trasformazione. Sul piano industriale, infatti, ormai tutte le aziende hanno lo stesso livello di qualità. Il segreto della bontà del nostro pomodoro sta nel metodo di coltivazione, tradizionalmente di tipo verticale, che richiede molta manodopera (e ne fa aumentare notevolmente il costo) e quindi è legato ai coltivatori, coloro che lo curano, amorevolmente, durante l’anno, dalla semina al raccolto”.

I coltivatori che fanno parte della cooperativa sono circa 100, tutti presenti al San Marzano Day. Così come pizzaioli, ristoratori e pasticcieri, che hanno animato le “Casette” del gusto, dove buyers, giornalisti, blogger e retailers hanno potuto sperimentarne le prelibatezze, come il twist di Bloody Mary al pomodoro proposto dal Barromolo di Sarno. Ancora il cuoppo di zeppole e panzarotti di Antonio Langone, il classico pane al pomodoro preparato dal panificio Malafronte di Gragnano, le poglianchelle calde, le pizze con le “pacchetelle”, la pasta al ragù di San Marzano, le classiche polpette napoletane in sugo di pomodoro, del griller Venerando Valastro e  i dolci del maestro Alfonso Pepe.

“Il futuro del nostro lavoro –  afferma il pizzaiolo Gino Sorbillo, per cui DaniCoop produce una versione personalizzata dei pelati – sta nella capacità di valorizzare i prodotti e legare le nostre ricette ai prodotti”. Quest’anno la grande festa sarnese ha puntato l’attenzione proprio sull’importanza di tutelare il pomodoro all’estero, ed in particolar modo negli Stati Uniti, dove il San Marzano è sinonimo di cucina italiana, ma è anche il più imitato e contraffatto.

Non si contano i prodotti Italian Sounding sul famoso pomodoro pelato italiano che rappresenta meno dell’1% della produzione totale mondiale, ma che ha un grandissimo potere evocativo. A questa cultivar campana, più di ogni altra, sono associate la bontà di un’autentica pizza italiana o del ragù, ma anche del piatto più rappresentativo dell’alimentazione italiana e della Dieta Mediterranea: la pasta al pomodoro.