Parmigiano Reggiano: il 67% degli americani “ingannati” dal Parmesan

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano si allea con le catene distributive per contrastare l’avanzata del Parmesan

Gli Stati Uniti sono il primo mercato per l’export di Parmigiano Reggiano, ma sono anche il paese dove il famoso formaggio italiano è più imitato e contraffatto. Il fenomeno è legato alla grande richiesta dei consumatori: le 250.000 forme esportate nel 2016 (7,2% dell’intera produzione) non sono, infatti, bastate a soddisfare la golosità degli americani.

E così il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha deciso di passare al contrattacco, alleandosi con le grandi catene distributive, da dove passa la maggior parte dei prodotti Italian Sounding, e investendo 1,2 milioni di euro entro la fine del 2017 sulle strategie a sostegno dell’export, con l’obiettivo di incrementare le vendite del 10% e “stroncare le imitazioni”.

“Sul mercato statunitense e canadese – sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli – vi sono buone prospettive di espansione per il nostro prodotto, soprattutto perché continua ad aumentare l’attenzione rispetto ai suoi valori (e tra i primi l’assoluta naturalità e il forte legame con il territorio) e alle sue caratteristiche distintive, legate alle diverse stagionature, alle razze di bovine allevate, alla montagna, ai diversi metodi di produzione rispettosi di tradizioni e culture diffuse nel mondo”.

L’apprezzamento crescente verso il Parmigiano Reggiano ha spinto il Consorzio a rafforzate le azioni di contrasto rispetto al fenomeno “Italian Soundingche ingannano il 67% dei consumatori degli States, indotti a considerare italiani i tanti prodotti contrassegnati da richiami (il più diffuso è il Tricolore) al nostro Paese.

I consumatori USA, così come quelli di molti altri paesi del mondo, entro pochi mesi avranno a disposizione un’alleata per il riconoscimento dei prodotti Made in Italy come il Parmigiano Reggiano, la App Authentico, disponibile per smartphone IOS e Android. Scaricandola sui propri telefoni, i consumatori potranno riconoscere l’autenticità di un prodotto semplicemente scansionando il codice a barre.

“Soprattutto sul mercato statunitense, che assorbe il 7,2% dell’intera produzione di Parmigiano Reggiano – incalza Bertinelli – le contraffazioni sono molto diffuse e non facilmente stroncabili a fronte di una legislazione molto permissiva e priva di tutele rispetto alle evocazioni dei prodotti Dop originali; oggi, però, siamo convinti di aver trovato un nuovo e grande alleato nelle catene distributive, che hanno tutto l’interesse a promuovere quei prodotti d’origine controllata sui quali si vanno orientando i consumatori. La nostra strategia sarà decisamente all’attacco anche in tema di controlli e di lotta alle contraffazioni, siano esse a “stelle e strisce” che di altra provenienza”.

Il Consorzio ha individuato nelle insegne della GDO (grande distribuzione organizzata) i principali alleati nella promozione del consumo del prodotto autentico. “Insieme alle catene distributive – continua Bertinelli – anche in occasione del recente Fancy Food di New York abbiamo messo a fuoco nuovi segmenti di consumatori e alcuni Stati in cui la conoscenza del prodotto non è ancora capillare: per questo andremo a potenziare ulteriormente l’informazione e le azioni nei punti vendita per posizionare al meglio il nostro brand, con un obiettivo di crescita del 10% nel 2017. Proprio insieme a loro, così come abbiamo fatto negli incontri al Fancy Food di New York, realizzeremo una serie di progetti speciali, finalizzati non solo a cogliere al meglio e a sostenere questi orientamenti, ma anche a valorizzare le diverse modalità di vendita e gli stili con i quali le catene si propongono”.