La bandiera italiana sulla confezione dei prodotti agroalimentari fa vendere di più. Ecco spiegato il perché

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Che la bandiera italiana sulla confezione condizionasse gli acquisti lo abbiamo sempre sostenuto, ma adesso ci sono anche i dati di una ricerca IRI-Immagine. La cosa incredibile è che pensavamo che questo simbolo fosse attrattivo solo all’estero, invece la ricerca rivela che anche in Italia il tricolore è l’attributo sulla confezione che fa vendere di più. Capiamo il perché

L’accordo dello scorso giugno tra IRI (leader mondiale nella fornitura di informazioni sui mercati del Largo Consumo e sullo Shopper) e GS1 Italy (l’associazione senza scopo di lucro che riunisce 35 mila imprese di beni di consumo) comincia a produrre degli insight molto interessanti.

Una recente ricerca sulle vendite nella GDO ha analizzato le variazione % nelle vendite sulla base degli attributi che vengono evidenziati sulle confezione dei prodotti agroalimentari del settore delle private label, quello che in Italia chiamiamo prodotti a Marca del Distributore (MDD).  Stiamo parlando di un settore che fattura 10 miliardi di euro ed impiega 200 mila persone lungo la filiera.

Come si può leggere dalla tabella sotto, difficile da credere, ma anche in Italia, l’elemento che fa vendere di più, ovvero che attrae i consumatori e li spinge alla scelta del prodotto a scaffale, è la bandiera italiana sulla confezione.

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All’estero i produttori di cibo Italian Sounding lo sanno benissimo e utilizzano spesso il tricolore, con una piccola bandiera o come sfondo colorato delle confezioni dei loro prodotti per ingannare i consumatori che amano il cibo italiano così da spingerli all’acquisto. La scoperta che questo attributo grafico, nei prodotti a marchio (MDD), condiziona le vendite anche per i clienti italiani ci lascia perplessi.

L’emotività guida l’acquisto e trasforma impulsi alogici in un processo di identificazione e immedesimazione per l’utente.  Il richiamo del tricolore è forte. Siamo nel campo del marketing emozionale. I consumatori avvertono l’esigenza di tornare a percepire forti emozioni legate al Paese. Ma è anche una scelta di principio che esprime la voglia di riscatto di un popolo. Quindi, una marca capace di dare un valore emozionale e culturale, che serva ad ispirare sensazioni positive che durino nel tempo, vende di più.

Ancora più incredibile che l’evidenzia del marchio di qualità DOP, IGP e STG è al secondo posto. E pensare che in molti credono che i decreti che obbligano l’indicazione dell’origine della materia prima in etichetta siano la soluzione a tutti i problemi del settore agroalimentare.

Noi di Authentico, che studiamo il fenomeno dal 2015, abbiamo concluso che il consumatore fa le scelte giuste solo se è informato. La terminologia tecnica usata spesso nelle etichette è incomprensibile per la maggioranza, soprattutto all’estero. Bisogna aiutare chi acquista ad identificare in modo veloce, semplice ed immediato quali sono i prodotti originali italiani e riuscire a trasmettere tutte le informazioni necessarie a guidare la scelta, in modo chiaro, utilizzando un linguaggio semplice, superando le limitazione di spazio presenti sull’etichetta fisica. Per questo abbiamo creato un’app completamente gratuita e senza pubblicità che aiuta i consumatori di tutto il mondo a conoscere il cibo italiano prima di acquistarlo e a segnalare i prodotti “tarocchi” che trovano in giro. Provatela subito, l’app è scaricabile gratuitamente da qui.

Authentico è un valido alleato per le aziende agroalimentari italiane perché le aiuta a vendere di più all’estero, tutelando e valorizzando i loro prodotti. Facilitando l’apertura di un dialogo con i consumatori, comunicando attraverso il cibo, la storia dell’azienda e degli uomini che lo producono, il territorio, la cultura enogastronomica millenaria e le vere ricette tradizionali italiane.
Se vuoi sapere com’è facile aderire al progetto basta compilare questo form.

Fonte dati: IRI