Sei sicuro che il formaggio grattugiato che usano al ristorante sia veramente DOP?

formaggio grattugiato ristorante

La denuncia di Stefano Berni Direttore del Consorzio del Grana Padano e membro dell’Associazione dei Consorzi di Tutela. Con l’App Authentico puoi sempre sapere dove mangiare italiano!

Il formaggio grattugiato è un ingrediente molto utilizzato nella preparazione di piatti tipici della cucina italiana, a casa così come nella ristorazione. Mentre nel primo caso i dati dicono che nel carrello della spesa sono presenti prevalentemente prodotti Dop, che poi si preferisce grattugiare al momento, nei ristoranti è difficile sapere quali formaggi, oli e carni vengono utilizzati nelle preparazioni gastronomiche, e tra queste forniture quante siano Made in Italy e quante a denominazione.

La denuncia viene da Stefano Berni, Direttore generale del Consorzio Grana Padano, a margine della presentazione delle attività dell’Associazione italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (Aicig). ”Su 100 kg di formaggio vaccino grattugiato e utilizzato nelle cucine professionali non più di 56 kg sono di formaggi a denominazione, il resto proviene da produzioni casearie similari. Mentre nei consumi domestici i formaggi similari già grattugiati vengono acquistati in proporzioni nettamente inferiori, il 12% delle bustine. Questo vuol dire che le famiglie sono più propense a scegliere la qualità Dop rispetto al prezzo, negli esercizi invece il prezzo guida le forniture”.

Se la situazione è questa in Italia, figuriamoci cosa possa succedere all’estero, dove, come nel nostro Paese, il formaggio grattugiato è molto utilizzato nella ristorazione. Lo stesso discorso vale per altri prodotti come l’Olio Extravergine d’Oliva, un ingrediente fondamentale della cucina italiana, il pomodoro o la mozzarella, solo per fare alcuni esempi molto comuni. Per questo sull’App Authentico è presente una funzione che consente di cercare il ristorante che utilizza nella preparazione di piatti e ricette solo prodotti Made in Italy originali.

Il vero problema, in Italia come all’estero, viene non tanto dai ristoranti top, ma dalla ristorazione collettiva, dai franchising, dalla mense aziendali, dove spesso i prodotti utilizzati sono i cosiddetti “generici” e spesso imitazioni o veri e propri prodotti italian sounding.

Per questo l’Associazione dei Corsorzi “ha chiesto al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali un decreto che impegni la ristorazione a indicare quali carni, olio, e formaggi vengono utilizzati nelle preparazioni dei piatti in menu e quanti di questi ingredienti base della nostra cucina siano autenticamente made in Italy”, ha detto Stefano Berni. “Un passo importante per la qualità nutrizionale nelle pause pranzo e nei pasti fuori casa più frequenti – ha sottolineato – alla luce del fatto che dei 290mila punti di ristorazione distribuiti sul territorio italiano l’85% ha uno scontrino medio sotto i 20 euro. Non parliamo quindi dei ristoranti da grande occasione, ma comunque di una spesa che, col totale dei conti presentati dai 290mila esercizi, si ‘mangia’ il 35% della spesa alimentare”.

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