Quanto vale la contraffazione alimentare e il fenomeno Italian Sounding ?

Qual è il giro di affari dei falsi prodotti agroalimentari all’estero ( italian sounding )? Ecco la risposta di Mario.

Mentre l’agropirateria (ovvero la contraffazione) dispone di dati e analisi più affidabili, il variegato panorama dei prodotti imitati all’estero (italian sounding) è difficilmente mappabile. Si stima che a livello mondiale questo fenomeno fattura circa 60 miliardi di euro, ovvero quasi il doppio di quello generato dall’export di prodotti originali e un po’ meno della metà dell’intero fatturato dell’Industria Alimentare italiana. I numeri sono impressionanti ed alcuni analisti affermano che questo valore è sottostimato. Si pensa che il fatturato arrivi addirittura a 100 miliardi. In quasi tutte le stime viene incluso anche il volume d’affare dei prodotti contraffatti (10% circa), sicuramente minimo rispetto all’Italian Sounding.

Diversi analisi condotte da Federalimentare indicano che due prodotti alimentari su tre venduti all’estero sono falsi.

In cima alla classifica dei prodotti più imitati ci sono: i formaggi freschi e stagionati, poi i salumi, ma anche vino, olio e aceto, le conserve e soprattutto i pomodori in scatola.

Dalle cifre e tendenze analizzate sempre da Federalimentare, contenuti nel suo Atlante Geografico del Food Made in Italy, presentato nel 2015, si apprende che in Nord America e Canada tra il 2001 e il 2010 il fenomeno dell’Italian Sounding è aumentato del 180%, e si calcola che oggi incida per il 25% sull’export complessivo del comparto. Contraffazione e Italian Sounding sono diffusi ovunque nel mondo, a cominciare dall’Europa, ma il picco è nel Nord America, dove il fenomeno ha un impatto per 27 miliardi di euro.
In Usa, dove si registrano percentuali sconcertanti (sono imitazioni il 97% dei sughi per pasta, il 94% delle conserve sott’olio e sotto aceto, il 76% dei pomodori in scatola, il 15% dei formaggi), solo 1 prodotto alimentare su 8 di quelli venduti come Made in Italy è realmente italiano.